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La farsa del ''dualismo contrapposto interno,,


16 marzo 2015


Qual'è la cosa più semplice che un partito fa per non perdere i voti di coloro che hanno una fede storica nell'ideologia politica che rappresenta, ma al tempo stesso non hanno più fiducia in chi conduce quel partito? 

Fa una cosa semplicissima: crea un DUALISMO CONTRAPPOSTO INTERNO.

In pratica all'interno dello stesso partito si crea il leader che porta avanti in modo ferreo una certa linea, e il dissidente che la contrasta. 
Ciò consente di non perdere il voto degli affezionati al partito delusi dalla conduzione del leader, fornendo la possibilità di riversare la speranza nei dissidenti.



Una volta conservato il voto tutto scema in nuove alleanze. Pretesti a loro volta di altre dissidenze qualora l'elettorato minaccia di cambiare indirizzo di voto.

Questa strategia, altalenante nel ventennio berlusconiano tra centrodestra e centrosinistra, è divenuta trasversale a tutti i maggiori partiti in Italia dal 2013 quando è entrato nelle istituzioni il MoVimento 5 Stelle. 
Mai si sarebbe pensata prima una scissione come quella avvenuta all'interno del Popolo della Libertà (NCD e FI). 
All'interno del PD invece una pur forte ed estesa dissidenza è rimasta ovviamente teorica e non pratica perchè c'è di mezzo il trono del governo, e molteplici scandali da monitorare (quali Mose, Roma capitale e altri processi). 
Infine si è assisto alla tragicommedia leghista Zaia-Tosi in vista delle imminenti regionali in Veneto.

Soffermiamoci proprio nella dinamica regionale di questa strategia. 
In Veneto il fallimento del PD è cosa quasi certa (salvo il miracolo di striscianti voti di scambio, arte magica d'eccellenza delle cooperative rosse, vedi caso Faraone). 
Zaia rischia grosso con la novità rappresentata da Jacopo Berti del M5S in Veneto. La Lega ha ben pensato di difendere il proprio status quo con due proposte, una ufficiale e una fittizia dissidente: Zaia e Tosi. Questo per evitare di disperdere i voti dei leghisti delusi favorendo l'unico reale avversario: il MoVimento 5 Stelle. 
Una volta recuperato tutto il bacino elettorale, al governo della regione Zaia e Tosi si troverebbero alleati e compatti nel difendere i decennali privilegi di partito.

Ovvio. Tutto ciò accadrà a meno che i Veneti alle urne non si toglieranno il baccalà dagli occhi...votando l'unica reale novità politica: Jacopo Berti candidato governatore del MoVimento 5 Stelle.