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21 marzo 2015, sopravvissuti all'inverno "glaciale"...

Come sarà l'inverno 2014? "Freddo come pochi, glaciale"

Così ci è stato propinato per tutto l'autunno 2014 dalle autorità scientifiche del meteo. Oggi, primo giorno di primavera, le medesime autorità ratificano la propria competenza: +1°C sopra la media di temperature e +36% di piovosità rispetto alla media nell'inverno appena chiuso.

Forse questa dimostrazione è al tempo stesso un'umile ammissione del limite di questa scienza, non tanto di fronte ai cicli della natura ampiamente prevedibili nell'era satellitare e delle misurazioni digitali, ma di fronte a poteri più o meno occulti che manovrano ogni settore della società (grazie all'istituzione del denaro di cui hanno il governo).




Sarebbe bastato annunciare: "Ci aspettiamo un inverno più piovoso, come l'estate passata, se l'irrorazione spray di controllo del clima in atto continuerà anche questo inverno".
Cosa può essere andato storto? Errore di comunicazione? Oppure pianificazioni riservate?
Chi vivrà vedrà.





La farsa del ''dualismo contrapposto interno,,


16 marzo 2015


Qual'è la cosa più semplice che un partito fa per non perdere i voti di coloro che hanno una fede storica nell'ideologia politica che rappresenta, ma al tempo stesso non hanno più fiducia in chi conduce quel partito? 

Fa una cosa semplicissima: crea un DUALISMO CONTRAPPOSTO INTERNO.

In pratica all'interno dello stesso partito si crea il leader che porta avanti in modo ferreo una certa linea, e il dissidente che la contrasta. 
Ciò consente di non perdere il voto degli affezionati al partito delusi dalla conduzione del leader, fornendo la possibilità di riversare la speranza nei dissidenti.



Una volta conservato il voto tutto scema in nuove alleanze. Pretesti a loro volta di altre dissidenze qualora l'elettorato minaccia di cambiare indirizzo di voto.

Questa strategia, altalenante nel ventennio berlusconiano tra centrodestra e centrosinistra, è divenuta trasversale a tutti i maggiori partiti in Italia dal 2013 quando è entrato nelle istituzioni il MoVimento 5 Stelle. 
Mai si sarebbe pensata prima una scissione come quella avvenuta all'interno del Popolo della Libertà (NCD e FI). 
All'interno del PD invece una pur forte ed estesa dissidenza è rimasta ovviamente teorica e non pratica perchè c'è di mezzo il trono del governo, e molteplici scandali da monitorare (quali Mose, Roma capitale e altri processi). 
Infine si è assisto alla tragicommedia leghista Zaia-Tosi in vista delle imminenti regionali in Veneto.

Soffermiamoci proprio nella dinamica regionale di questa strategia. 
In Veneto il fallimento del PD è cosa quasi certa (salvo il miracolo di striscianti voti di scambio, arte magica d'eccellenza delle cooperative rosse, vedi caso Faraone). 
Zaia rischia grosso con la novità rappresentata da Jacopo Berti del M5S in Veneto. La Lega ha ben pensato di difendere il proprio status quo con due proposte, una ufficiale e una fittizia dissidente: Zaia e Tosi. Questo per evitare di disperdere i voti dei leghisti delusi favorendo l'unico reale avversario: il MoVimento 5 Stelle. 
Una volta recuperato tutto il bacino elettorale, al governo della regione Zaia e Tosi si troverebbero alleati e compatti nel difendere i decennali privilegi di partito.

Ovvio. Tutto ciò accadrà a meno che i Veneti alle urne non si toglieranno il baccalà dagli occhi...votando l'unica reale novità politica: Jacopo Berti candidato governatore del MoVimento 5 Stelle.






Il suicidio indotto degli ulivi...

13 marzo 2015


Questi sono i principali paesi produttori di olio di oliva nel Mondo (FONTE). 


I primi produttori sono quei paesi mediterranei che l'UE abbrevia con l'acronimo PIGS (Portogallo, Italia, Grecia, Spagna = "porci" ingl.). Seguono i paesi arabi quali Siria, Turchia, Marocco, Tunisia, Algeria, Libia.
Nei paesi europei e più che mai in Italia, la produzione è in mano a produttori locali. Nei paesi arabi invece, dopo le recenti "primavere-fantoccio", la produzione si sta avviando a una conduzione multinazionale.
Ma come farà la qualità della produzione locale europea, esser superata sul mercato dalla qualità della produzione multinazionale?
Semplice. Basta mettere in ginocchio il competitore: strategia tipica della finanza multinazionale.
Ad esempio, basta diffondere una malattia per aprire le porte al mercato. Basta proporre la cura con la fitoterapia chimica nel breve termine. Basta somministrare il rimedio con gli OGM sul lungo termine.

Il destino cui stanno andando incontro i nostri ulivi è lo stesso cui è andata incontro la piccola media impresa italiana negli ultimi vent'anni. Il suicidio indotto.
Commercio locale sottomesso alla grande distribuzione dei centri commerciali.
Così sta accadendo ora all'agricoltura e alla zootecnia. Infine toccherà e sta accadendo alle libere professioni.
E quando la classe intellettuale sarà inghiottita dalle multinazionali e diventerà irrecuperabile ogni sovranità popolare, la partita sarà chiusa. Saremo schiavi e servi a norma di una Costituzione istituita dalla finanza.

A meno che...