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L'idolatria e i suoi paradossi religiosi


13 luglio 2016


Non se ne può più dell'ipocrisia con cui l'Occidente tratta mediaticamente la piaga dell'iconoclastia religiosa.
Certo questa è una guerra (psicologica innanzitutto) che si combatte da millenni. Ma nel 2016 non è più ammissibile che sia propinata alla stregua di una caccia all'infedele come fossimo nel Medioevo.

Si processano le distruzioni fanatiche dell'Isis o i vandalismi di qualche individuo isolato, ma nessuna analisi sulle radici profonde di questo odio che oggi tende ad esplodere ancora globalmente, come molte altre volte nella Storia, proprio perché non si sono mai affrontate globalmente le cause.
L'odio non è mai ingiustificato: a giustificarlo è sempre un'ignoranza. Ma l'ignoranza, oggi, nell'era dell'informazione globalizzata digitale, ormai non trova più giustificazione.

L'ignoranza qui è nascondere che tra le religioni monoteistiche (ebraismo, cristianesimo, islamismo) solo il cristianesimo ammette, all'interno di una delle sue tre principali correnti (ortodossa, protestante, cattolica) che ci sia il culto degli idoli, e questa è la corrente della Chiesa cattolica.


Infatti ciò che ha causato nell'arco di mezzo millennio gli scismi interni ai Cristiani sono fondamentalmente tre grandi questioni. L'atto di fede da rivolgere a un Cristo figlio di Dio tutt'uno o meno con il Padre, la possibilità del singolo individuo di interpretare le Sacre Scritture, e l'idolatria iconografica (iconolatria).

A parte il primo nodo prettamente teologico, non occorre una laurea in teologia o in economia per comprendere i fondamenti finanziari degli altri due.
Riconoscere la libertà degli individui di interpretare le Sacre Scritture significa esautorare il clero di importanti poteri sulle masse, e di conseguenza perdita di riconoscimento istituzionale (motivo per cui a capo della Chiesa anglicana protestante non è alcun papato ma è la corona imperiale -che non ha certo bisogno di inventarsi l'esercizio di poteri fittizi tipo l'assoluzione dei peccati con il sacramento della penitenza).
Altro ragionamento invece è da farsi riguardo il culto degli idoli, ossia di statue e immagini sacre.
Di nuovo la Chiesa cattolica è l'unica a fare largo uso di questa pratica (inconcepibile per i Protestanti, mentre gli Ortodossi distinguono la venerazione dall'adorazione, passibile quest'ultima di scomunica). Per i Cattolici è un elemento quasi distintivo: innumerevoli sono le varietà di madonne in base a luoghi ed eventi, e i santi cattolici sono spesso celebrati con culti e santuari architettonici quasi da apparire divinità a sé (vedasi la considerazione verso San Gennaro o Santo Padre Pio o la Santa Bernadette di turno).

Ora, ovvio che questa tendenza spirituale dell'animo umano (il culto degli idoli) è caldamente preservata e alimentata da una istituzione religiosa in virtù del potere psicologico che le permette di esercitare sul singolo e sulla massa di fedeli, con evidenti risvolti finanziari derivati da donazioni, offerte, lasciti e quant'altro.
La cosa paradossale è che nella Bibbia (unico testo sacro rivelatorio per ebrei, cristiani, mussulmani) il culto degli idoli è severamente vietato, anzi è proprio uno dei primi comandamenti cui deve attenersi la condotta del fedele (e così infatti è percepito e vissuto da ebrei e mussulmani).

Allora, come si fa a non uscire schizofrenici da un'indottrinamento che ti propina ciò che ti vieta?
Non c'è da stupirsi dunque di questo e tanti altri atteggiamenti contraddittori tipici dei praticanti cattolici. Non c'è da stupirsi se riescono a definirsi credenti in una Bibbia pur non avendola mai letta semplicemente perché c'è chi in minima parte gliela legge e interpreta. Non c'è da stupirsi se sono spesso incalliti bestemmiatori ma puntualissimi frequentatori delle funzioni religiose. Non c'è da stupirsi se giocano d'azzardo magari appena usciti dalla santa messa, dove hanno pure chiesto con fervore religioso la grazia di vincere. Non c'è da stupirsi se si danno il segno di pace e poi votano partiti politici che appoggiano guerre per il petrolio. Non c'è da stupirsi se recitano il padre nostro dove si afferma di rimettere i debiti, ma sono per principio contro quel reddito di cittadinanza che impedirebbe di indebitarsi.
Non c'è da stupirsi insomma se conducono a una visita psichiatrica chi, magari genuinamente fedele ma avvilito da tanta deleteria ipocrisia, si lascia andare a gesti inconsulti.