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Gli incroci tra Neanderthal e Sapiens, ovvero l'antropologia in soap opera

 29 settembre 2020

Circola da qualche anno la teoria di incroci tra Homo sapiens e Homo neanderthalensis sulla base di riscontro di alcuni tratti di DNA in comune. 

Da medico veterinario mi lascia interdetto. Non tanto il DNA comune. Ma che gli esperti di antropologia e genetica arrivino a considerazioni tali essendo risaputo come ABC della genetica evolutiva che individui appartenenti a specie diverse (quali i nostri due ominidi) non possono procreare, o se mai procreano gli individui che nascono sono sterili
L'esempio più concreto  e tangibile ai comuni mortali è il caso di asini e cavalli, che appartenenti a specie diverse ma molto vicine in senso evolutivo, possono avere istinto ad accoppiarsi ma dando luce a puledri sterili (muli e bardotti a seconda dell'incrocio maschio-femmina dell'una o l'altra specie).

Risulterebbe allora avvolta dal mistero la presenza di DNA di uno nel DNA dell'altro di questi nostri progenitori? Niente affatto, perché se una cosa è certa è che questi due ominidi hanno avuto un progenitore comune. Quindi mi stupirebbe se mai il contrario, che DNA comune non ne avessero o addirittura, nota la vicinanza nella linea evolutiva, ne avessero poco!

Se mai, sempre personalmente, per me è un mistero come si possa indagare sul DNA di reperti fossili visto che pure le indagini su resti di DNA di persone in carne ed ossa talvolta esita in errori o fraintendimenti clamorosi.

Allora come spiegarsi queste bizzarre teorie tra ricerche e pubblicazioni ai massimi livelli? Ingenua impreparazione? Davvero molto improbabile.
Sempre personalmente non mi resta che usare la malizia, e avendo ormai conferme di quanto la comunità scientifica sia politicizzata e subisca influenze da ciò che più comoda pensare negli ambienti dell'alta finanza (vedasi le attuali pandemie con relative propagande vacciniste) non può che tornarmi in mente la guerra ideologica mossa al darwinismo ormai già da qualche decennio.
Si è passati dalla proposta nei primi anni 2000 di abolirne l'insegnamento nelle scuole alle teorie che ne mettono in discussione la veridicità partendo da presupposti aleatori sia evoluzionistici che genetici.
Insomma non mi stupirebbe se questa teoria fosse alla fine solo un tentativo maldestro di creare l'ennesima occasione per propagande transumanistiche tanto care alle élite della farsascienza

L'ultima domanda che ne scaturisce infine è: "ma perché Darwin dovrebbe stare così antipatico all'alta finanza e ai suoi bracci politici?".
Per me la risposta è semplicissima: perché ci si sta rendendo conto, a livello globale, della differenza tra la legge del più forte e il principio del più adatto. Ma per questo serve un graduale salto evolutivo di coscienza.

 




  

Coronavirus sars-cov2. Falsi d'autore.

 28 settembre 2020


Che il Coronavirus sia un genere di virus altamente mutabile, è detto chiaro e tondo anche dalle autorità competenti ed è impossibile negarlo: è fatto così.

Può essere sequenziato per un test in modo specifico un virus altamente mutabile? Altro che sì! Sicuro! Ma se poi produci quel test che identifica solo quel virus e lui muta e non te lo ritrovi più, è un test inutile!

Allora cosa conviene fare? Un test generico per quel genere di virus, con del DNA comune a tutti i virus di quel genere (ossia migliaia di specie) così qualche positività ci sarà sempre: perché qualche positivo a quel raffreddore c'è sempre.

Ma la vera convenienza con questo raffreddore è che intanto li chiami "positivi" con tutto ciò che ne consegue politicamente, socialmente, ed economicamente (ed essere "positivi" ormai prefigura un dramma).

Poi dopo, che siano positivi "falsi" poco cambia. Perché nel frattempo li hai demoliti. 

Fatalità è scappato dal controllo umano un virus facilmente mutabile e innocuo come un coronavirus, e non uno stabile e ben identificabile come ad esempio un herpesvirus. 

Il virus perfetto per il caos a telecomando. 

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