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Bassetti "Il morbillo sta tornando prepotente". Grazie Legge Lorenzin!
Giobbe Covatta e le comiche farsascientifiche sulle droghe leggere
Max Weber, e gli interessi spirituali?
E se non ci sarà alternativa (per noi...) alla loro farina di insetti?
Paradisi fiscali. Un mistero scientifico dell'imbecillità umana.
15 febbraio 2024
L'uomo ha puntato sulla scienza per non sentirsi imbecille davanti al caso, alle coincidenze, alle fatalità.
Tutte cose ormai quasi sempre spiegate dalla scienza dell'uomo, alla quale resta tuttavia un mistero la sua imbecillità.
Ad esempio. È tipico in Italia puntare il dito contro chi paga le tasse nei paradisi fiscali, invece di puntare il dito contro la propria classe dirigente che invece di rendere il proprio paese un paradiso fiscale come gli altri, lo ha reso un inferno fiscale (e burocratico).
Non è un caso, una fatalità, una coincidenza che chi può permettersi un paradiso fiscale, lo sfrutti: è logica scientifica. Mentre rimane inspiegabile l'imbecillità di chi punta il dito contro il paradiso degli altri invece che l'inferno in casa propria.
Il Prof Barbero e la Storia romanzata di San Francesco
25 gennaio 2024
Quindi il Poverello di Assisi era così sadico da far mangiare un lebbroso con moncherini di dita insanguinate...invece di farlo imboccare o imboccarlo lui direttamente?
No comment sulla narrazione fetish del denaro e la cacca d'asino. Ma ce ne vuole di fantasia e coraggio. Non per screditare la santità e il carisma di un servo di Cristo, ma per buttare nel cesso tanta preparazione culturale e decoro istituzionale. In un colpo solo così. Non è semplice.
Fonte foto e commento
Credere in Dio è voler comunicare
12 febbraio 2024
Una delle cose che più apprezzo da credente è il lusso di potermi arrabbiare con un Dio che penso ascolti.
Mi arrabbio chiedendomi perché certe cose sembra le capisca solo io oppure le capiscano solo gli altri.
Perché non capiamo tutti le stesse cose così ci si sa intendere?
Il lusso di credere in un Dio che ti ascolta è pensare alle sue risposte. "Così si ha un motivo per impegnarsi a comunicare, e apprezzare la differenza tra il farlo e il non farlo in modo reciproco".
Chi non crede in Dio forse ritiene che tutto ciò sia solo illusione mentale. Sono semplicemente deduzioni della ragione, domande e risposte, che l'essere umano fa con sé stesso.
Ma cosa diventa allora questa posizione, se non la prova che credere in Dio è il pretesto per credere in una umanità che può comunicare, mentre non credere in Dio è la premessa per considerare quell'umanità in un vicolo cieco, dove ogni individuo si ritrova solo?
Chi è un grande comunicatore senza credere in Dio, come il tiranno, è un grande comunicatore di se stesso per se stesso. Per il proprio interesse. Capire e farsi capire con i propri simili, è funzionale al proprio vicolo cieco.
Ancora più solo però forse è chi crede in Dio ma è incapace di comunicare con il prossimo, come il fanatico religioso, perché forse nel suo vicolo cieco si crede Dio, e questo basta al suo ego.
Chi non crede in Dio e neppure sa comunicare poi è quanto di più desiderato e ambito dal tiranno e il suo governo, il suddito ideale (l'uomo medio) che a lui si affiderà senza se e senza ma.
Infine c'è chi crede in Dio e vuole comunicare, talvolta anche senza saperlo fare. L'essere umano consapevole che una e l'altra cosa sono due facce della stessa medaglia, e tutto sommato una medesima formalità. Nella sostanza ciò che lo muove è una felicità inspiegabile, eccetto che per la sua origine: tentare di comunicare con qualsiasi cosa gli venga a tiro, di fisico o metafisico, di visibile o invisibile. Contemplare un sasso è contemplare Dio, parlare a un parente è parlare a uno sconosciuto. Innamorarsi è cercare di comunicare una prima volta. Cercare di comunicare per l'ennesima volta come fosse la prima è amare. Comunicare è la felicità. Fosse anche guardandosi allo specchio.
Sai poi che logica beffarda, se il paradiso e il nulla esistessero davvero, ma solo per coloro che si son sentiti felici vivendo, credendo in uno o l'altro?
Teresa Mannino "Siamo sudditi" vallo a dire a Rosanna Spatari se hai coraggio.
10 febbraio 2024
Però hanno fatto commettere un grosso errore a Teresa Mannino usando il "noi" parlando di colonia e sudditanza. Perché è lei e compagnia bella che accettano cachet stratosferici per recitare i copioni statunitensi (in grande crisi come colonialisti, se avvertono il bisogno di mandare a ribadire al festival dei loro pizza & mandolino che "siamo una colonia").
Lei e chi la circonda sono sudditi. Non milioni di italiani che rimettendoci lo stipendio non hanno accettato coprifuoco, imposizioni, bavagli per due anni, l'altro giorno.
Noi chi "siamo sudditi"? Vallo a dire a Rosanna Spatari se hai coraggio, cara Teresa, "siamo sudditi".
Parla per te Teresa. Parlate per voi. Gli italiani il colonialismo lo hanno appeso a testa in giù il secolo scorso, e i ricatti sanitari di qualche colonialista hanno fatto la stessa fine, l'altro ieri.
Gli italiani dimenticano i vostri spettacoli da sudditi ma non il sangue, il sudore, le lacrime versate per non esserlo, fino all'altro giorno.
Parla per te. Ballate per voi. Cantatevele per voi. L'Italia sarà anche una colonia orchestrata da sudditi super retribuiti come voi, ma gli italiani non lo sono più. Neppure messi a pane e acqua (...e che provino pure con le farine di scarafaggio mo').
La realtà aumentata di valore tolto invece che aggiunto
7 febbraio 2024
Sai che goduria un giorno se useranno la realtà aumentata per farci illudere di ciò che viviamo?
Sul piatto insetti, e proiezioni di pollo davanti agli occhi?
Questa è un'immagine satirica: sarà stata proiettata una nota storica, una preparazione culinaria di quel piatto sicuramente.
Ma possiamo pensare che altrettanto sicuramente sarà usata la tecnologia in futuro per valorizzare la realtà, o alienarci sempre più da essa?
Non è forse ciò che fanno già da sempre tv-radio-giornali? Illuderci su ciò che viviamo?
Dio benedica l'informazione. Benedica la scienza. Benedica gli uomini di buona volontà.
Tutto il resto lo si mandi pacificamente al diavolo.
Jannik Sinner e la predica sulla verità-social: torna ad allenarti va...
01 febbraio 2023
L'ho difeso sulle tasse per la residenza a Montecarlo. L'ho applaudito contro Guru Djoker-Djokovic, l'ho ammirato rimontare contro l'Armata Rossa del Tennis...
Ma se mi scivola su questo no. Mi dispiace. Il bauscia altoatesino è per me indifendibile.
L'ho sentito in conferenza stampa fare questa predica etica sui social e mi si è accapponata la pelle. Primo perché se le persone si illudono e deprimono sui social è perché si illudono e deprimono nella realtà a monte: e di questo è responsabile la realtà che vivono (tra famiglia, scuola, società in genere).
Secondo perché i social non mostrano la verità, sicuro, più che mai perché si sono trasformati con la pubblicità in versioni digitali di TV, radio, giornali, ma su di loro nessuna predica ovviamente (sia mai ne risenta qualche contratto con gli sponsor).
Terzo perché questa affermazione l'ha fatta poco dopo aver detto di essere un ragazzo come gli altri, cui piace giocare anche al computer (videogiochi?).
Tu caro Jannik sei un ragazzo tanto bravo con la racchetta perché, a monte, sei stato tanto fortunato di aver trovato un ambiente sano che ti ha permesso di realizzarti con la racchetta. E puoi permetterti, grazie alle tue fortune che hai sfruttato da bravo ragazzo, di giocare ai videogiochi e usare i social con cognizione di causa.
Lascia stare la sociologia caro Jannik. Pensa a dove conviene pagare le tasse, agli sponsor, al prossimo slam, a tutto quello che sai fare bene ed avrai tutto il mio sostegno sportivo e perfino social, perfino quando vinci su un campo da tennis contro chi sul campo dei valori umani (come non cedere ai ricatti sanitari o gareggiare privato della propria bandiera) ha trofei che al momento non sei neppure in grado di vedere.
Lascia perdere la sociologia. O rischi che qualcuno ti chieda se saresti andato a Sanremo in cambio di una ricompensa che vale mezzo Slam. La verità la sapresti solo tu, e via stampa, così come via social, potresti farci credere quello che più ti conviene. Come tutti, sempre, ovunque.