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Adolescenti anni 90 e 2020: tra la solitudine e il vuoto

30 dicembre 2019

https://www.ilgazzettino.it/pay/padova_pay/l_analisi_padova_gran_bevitori_non_estranei_agli_spicofarmaci_internauti_a-4952280.htmlAlcune considerazioni confidenziali su questo scenario degli adolescenti delle grandi città oggi, nel 2019.
Io ricordo la prima sbronza "abbuffata" a 16-17 anni in gita scolastica, fine anni 90, e di aver praticato intenso autolesionismo già anni prima giocando con il mio pastore tedesco o qualche cucciolo di gatto che non si risparmiavano di lasciarmi segni di denti e unghie (quanto io di lasciargliela vinta).

Ammetto anche che ho sempre adorato fin dalla prima barba radermi con rasoi da barbiere, di quelli che lasciano il segno dopo che per fermare una emorragia per una lieve esitazione devi premere qualche minuto (mi hanno però regalato grande sensibilità tornata utile nella pratica chirurgica veterinaria).
Confido pure che alle elementari guardando Rambo sognavo di riuscire a cucirmi le ferite profonde come lui (avevo il kit pronto per l'occasione con ago e filo scroccati a mia nonna - grande sarta- vicino a qualche coltellino più o meno giocattolo).

Quelli erano gli anni novanta, quando internet era forse una sperimentazione confinata alla NASA. Eppure il disagio intorno tra coetanei era palpabile, perché il lavaggio del cervello non lo facevano solo con la cinematografia alla Rambo o Pretty Woman, ma 24h con ogni sorta di soap opera, pulp fiction, sport spettacolarizzato dal fanatismo, supereroi sdoganati dal cartone animato, cartoni animati sdoganati al paranormale, e videogiochi di morte banalizzata quanto la vita realmente vissuta a gioco spento.

Guarda caso negli anni 90 compariva la cronaca di genitori benestanti uccisi dai figli adolescenti discotecari vestiti alla moda per ottenere subito l'eredità. O di giochi omicida tipo lancio di sassi dai cavalcavia così, giusto per cacciare la noia.

Ma ripetiamolo, ripetiamolo almeno qui: nessuna traccia di internet allora! c'era solo la tv con i suoi film, i suoi divi, i suoi idoli, i suoi modelli di vita iniettati direttamente in diencefalo fin dal primo giorno di vita.
Ecco oltre alle sane sbronze e all'autolesionismo "didattico" (ogni persona avrà diritto di scoprire direttamente o indirettamente in qualche modo prima o poi il significato del dolore se nessuno direttamente o indirettamente glielo insegna?) non ricordo di aver mai fatto uso di antidepressivi da adolescente né di aver avuto amici che lo facessero, anche se non posso metter la mano sul fuoco che quelli che fumavano canne lo facessero per esclusivo spirito ricreativo o esclusivamente per scimmiottare qualche rock star (il consumismo indotto dal mondo della musica è pure un'altra bella speculazione finanziaria mediata da 70 anni di radio-tele-giornali).

Insomma oggi cos'è che pare far la differenza secondo questa analisi sugli attuali adolescenti italiani? Cosa c'è di diverso e più pericoloso rispetto a quegli anni 90 confine tra era analogica e digitale? Forse la solitudine esistenziale causata dai social network? Ma davvero?!
Bene! Che Dio la benedica! Perché significa che si è fatto già un passo da giganti rispetto a ieri se oggi ci si sente soli! Perché sentirsi soli presuppone sentirsi qualcuno, di avere identità di se stessi, nella virtualità di un profilo social così come nella realtà di una persona che si sente viva.
Fino a ieri davanti alla tv non c'erano certo individui capaci di provare il lusso di sentirsi soli! Fino a ieri davanti alla tv c'erano individui vuoti, dannatamente vuoti, completamente vuoti. Svuotati come contenitori di ogni identità fin dal primo giorno di vita e coperti in superficie di ogni sorta di illusioni catodiche, attraverso slogan pubblicitari ingannevoli e modelli letali di benessere autodistruttivo. Altro che autolesionismo.

Oggi preoccupiamoci se mai che internet non sia trasformato in una brutta copia della peggior televisione. Perché da come sono pilotate e manovrate le informazioni a tutela di interessi finanziari privati forse già sta avvenendo.



Ministro Bonafede, nascere in Italia è incidente doloso o colposo?

13 dicembre 2019

In attesa di una richiesta di dimissioni istituzionale da parte delle opposizioni verso il Ministro Bonafede reo di aver usato espressioni tecnicamente vaghe davanti al pubblico attempato di un talk-show (richiesta che richiederà tempi brevi visto la gravità del caso) proviamo ad approfondire il fallo fatale.

Un reato può essere doloso o colposo (mettiamo da parte il preterintenzionale che pare riguardare solo situazioni eccezionali di omicidio e aborto).
Se un reato non si dimostra intenzionale (doloso) si dimostrerà quindi incidentale (colposo)?
Certo, il ministro ha riportato la consequenzialità come un automatismo, che categorico magari non è. Come dire che se una tumore non è maligno allora è benigno: è un'approssimazione reale, anche se non categorica, perché un tumore può essere entrambi.
Il punto è: l'affermazione di Bonafede è forse istituzionale o diretta a una pubblicazione di scienza giuridica, o è un'approssimazione rivolta al pubblico di un talk show?
Certo, sarà una dimissione che farà giurisprudenza questa. O magari solo letteratura...approssimativamente comics.

Ps. Nascere in Italia è un incidente doloso o colposo? Sarà sicuramente preterintenzionale.



Il DNA che ti fa evolvere, e quello che ti ammazza.

11 dicembre 2019


"Il DNA di un uomo del Nevada cambia dopo il trapianto di midollo osseo e viene sostituito da quello del suo donatore tedesco dopo il trattamento per la leucemia"
Questo articolo sensazionalista offre importantissimi spunti di riflessione sull'avanguardia delle tecniche mediche e soprattutto sul significato della biologia, ossia della natura.

Premetto che il DNA recriminato dei vaccini è deleterio perché è fetale, e in quanto tale con caratteristiche tipiche delle staminali che possono innescare riproduzione incontrollata (alias tumori). Tale lo è anche il midollo osseo, tanto che si cerca di trapiantarlo perché la sua alterata produzione di cellule del sangue può portare a leucemie (...e il suo trapianto stesso non è esente da questi rischi!).
Invece il DNA di normali cellule differenziate (quindi non "totipotente" come quello di feto o midollo osseo) non ha le stesse potenzialità cancerogene (anche se può sempre diventarlo se stimolato da inquinamento chimico o elettromagnetico).

Ora la cosa cosa degna, degnissima di nota, è che con normale DNA esogeno, esterno, diverso dal nostro, veniamo a contatto ogni minuto della nostra vita: lo mangiamo con i cibi (di origine animale e vegetale), lo respiriamo con i batteri e i virus dell'aria, e udite udite, ci viene iniettato ad esempio ogni volta che ci punge una zanzara!
Pensateci, una zanzara fa diversi pasti di sangue quando si nutre e punge chiunque gli è a tiro: persone...o anche cani e gatti! Certo il sangue entra nella zanzara, ma dalla sua proboscide che funziona come un ago sicuramente qualcosa anche esce e rimane nel sito di inoculo, a contatto con il nostro sangue una volta punti.
Allora i nostri tessuti, il nostro sangue, da sempre, milioni di anni, è perennemente frequentato da DNA esogeno, e il nostro stesso DNA è una ricombinazione continua di ambiente interno e ambiente esterno. Il DNA eucariota stesso (animale e vegetale) è un'evoluzione diretta di quello procariota (batterico) e in comune batteri e animali superiori mantengono una percentuale enorme di DNA comune (e il DNA di microrganismi è comunemente inglobato nel DNA ospite in numerose ordinarie malattie infettive).
Insomma DNA è una struttura di cui abbiamo scoperto molto e capito poco, ma se a 60 anni dalla sua scoperta lo consideriamo qualcosa di fisso e segregato di sicuro non ci capiremo più nulla.

Tornando quindi all'articolo in questione, occorre tener conto che una cosa è il DNA di cellule mature differenziate e tutt'altra il DNA di cellule germinali indifferenziate (staminali): il nostro sangue non è mai venuto a contatto con queste cellule in milioni di anni (le zanzare non pungono feti né midollo osseo). Con questo DNA ci veniamo a contatto da appena qualche decennio attraverso pratiche mediche di avanguardia tecnica certo, ma di quale presupposto scientifico e fondamento etico visto che in ballo ci sono proprietà tumorali, che "stranamente" poi sono proprio l'obiettivo terapeutico per cui si usano?


Article

Alluminio: si mangia, si beve, si inietta, fa ammalare...ma è tutto sotto controllo.

11 dicembre 2019

L'Istituto Superiore di Sanità (Ministero della Salute) riconosce che la carta per alimenti in alluminio durante la cottura rilascia per migrazione certe quantità di particelle, soprattutto se usata con alimenti acidi.
Cosa succederà allora alle bevande contenute nelle sempre più diffuse borracce di alluminio?
Questi contenitori di recente introduzione per motivazioni ecologiche hanno avuto da subito grande consenso, diventando una moda diffusa attorno alla quale si son mossi cospicui giri d'affari.
Ecologicamente parlando non si capisce a dire il vero se l'impatto ambientale di produrre queste bottiglie sia meno compromettente del produrre bottiglie in plastica riciclabile.
Siamo sicuri poi che sia il contenitore a far evitare di comprare l'acqua in bottiglia a chi la preferisce, e non sia solo una moda apparente?
Non si capisce pure se hanno un'usura nel tempo che può compromettere il contenuto. E infine, ammesso che l'acqua per ore e ore non subisca alcuna migrazione di alluminio, neanche con l'usura del tempo, cosa succede se ci metti bibite zuccherate in genere molto acide? O caffè e thé pure molto acidi? Borracce in alluminio o acciaio (lega di metalli pesanti) il discorso non cambia: quanti ce ne mangiamo e beviamo, e quante ce ne danno a bere sulla loro eco-sostenibilità e sicurezza alimentare?
Ma tanto o poco in realtà cosa cambia? L'alluminio è da decenni iniettato direttamente in muscolo con i vaccini negli individui in quantità relativamente alte se si pensa che non sono "filtrate" dall'intestino e dal fegato come quello assunto con la dieta (l'alluminio, ricordiamolo, è uno dei metalli più diffusi in natura, normalmente presente negli alimenti).
Cambia perché alla fine il nostro corpo, la nostra salute, fa i conti con il bioaccumulo di tutto l'alluminio assunto e di mezzo ci sono patologie neurodegenerative e del neuro-sviluppo come riconosciuto, sorprendentemente, dal Ministero della Salute!





Il manifesto della razza ieri. Oggi manifesti di cosa?

09 dicembre 2019

Neanche cento anni fa, luminari della scienza sentenziarono che esistono razze umane superiori e razze umane inferiori. I popoli non potevano non credere agli scienziati, perché per i popoli gli scienziati sono l'autorità che afferma verità indiscutibili.
Allo stesso modo quei popoli, neppure cento anni fa, credettero ai politici che usarono quelle verità per mettere le razze superiori contro le razze inferiori. Contro per appropriarsi dei beni, delle proprietà, dei risparmi, gli uni degli altri. Contro infine per cancellarne l'esistenza. Contro per bruciarli.

Oggi i luminari della scienza hanno sentenziato che esistono pro-vax e no-vax da mettere gli uni contro gli altri. Così come i sovranisti e gli europeisti da mettere gli uni contro gli altri. Così come i crediti privati e i debiti pubblici, da mettere gli uni contro gli altri.
Così oggi un pugno di politici sta usando le sentenze di un pugno di luminari delle scienze sociali, finanziarie, mediche, per appropriarsi dei beni, delle proprietà, dei risparmi di interi popoli, al fine di cancellarne l'esistenza. E sì, anche obbligandoli a vaccinarsi per motivi scientificamente fasulli come un manifesto delle razze neppure cento anni fa.

Ricordatevelo allora, verità scientifica non è che la storia si ripete. Verità scientifica è che un traguardo futuro sia vicino a quello passato se nel presente si cammina ad occhi chiusi.


In memoria di Pietro Terracina

L'immunità in provetta del noto promoter dell'obbligo vaccinale

03 dicembre 2019

E' diventato noto quel virologo pro-obblighi vaccinali anti-omeopatia a forza di esser messo in primo piano dai media dei soliti circuiti finanziari. E' diventato famoso a suon di libri pubblicizzati all'ora di punta o monologhi radiotelevisivi senza alcun contraddittorio, tuttalpiù affiancato da qualche personaggio dello spettacolo che dice la sua sull'argomento da screditare.

Quel virologo è diventato di colpo noto all'opinione pubblica non solo in concomitanza dell'iter legislativo che impone gli obblighi vaccinali a partire da settembre 2017, ma anche grazie a un patto per la scienza firmato con il garante della prima forza politica del paese, o almeno quella che era prima forza politica a marzo 2018 dopo una campagna invece anti-obbligo vaccinale. Oggi, anche a causa di quella firma del gennaio 2019, prima forza politica pare non lo sia più.

Ma quel noto virologo non è stato scelto a caso dal sistema mediatico-politico-finanziario-farmaceutico. Il suo prestigioso curriculum vanta brevetti internazionali in campo immunologico-farmaceutico, oltre a una vita spesa nei laboratori di università e ospedali.
Una scienza da laboratorio che fa affermare che "l'omeopatia è solo effetto placebo" o che "vaccinare per 11 malattie mette a rischio il sistema immunitario come 23 formiche mettono a rischio il pavimento su cui camminano".
Una scienza evidentemente da laboratorio, rinchiusa in una virtualità in provetta perdendo ogni cognizione di causa-effetto della realtà vissuta, quella clinico-epidemiologica.

Nessun esperto infatti sarà mai affiancato in un dibattito in prima serata con il noto virologo a ricordargli che l'effetto placebo è presente in ogni sperimentazione farmacologica, ed è su quell'effetto che spesso sono stati e sono falsificati i dati sperimentali di efficacia di un farmaco.
Nessun esperto sarà mai affiancato in un dibattito con il noto virologo a ricordargli che nella vita reale, in una società tempestata massicciamente da agenti inquinanti chimici ed elettromagnetici attraverso aria, acqua, terra, cibo, il sistema immunitario è un pavimento stravolto, sconvolto e compromesso fin dalla sua strutturazione nel grembo materno.
Nessun esperto infine sarà mai affiancato in un dibattito con il noto virologo a ricordargli che essere promoter di politiche contro libertà di scelta profilattica e terapeutica mentre si vantano brevetti immunologici-farmaceutici è quanto meno eticamente discutibile dal punto di vista scientifico se non un conflitto di interesse.


https://www.unisr.it/docenti/b/burioni-roberto