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Paul McCartney e il San Valentino di Halloween

31 ottobre 2019

Mi riservo una riflessione un po' atipica in questo 31 ottobre 2019. Nata da circostanze singolari come la scoperta qualche giorno fa di questa canzone resa pubblica nientemeno che nell'aprile del 2012, e che mi ha sbalordito oltre che per la sublime bellezza di composizione videomusicale, anche per il fatto che sia sfuggita per sette anni a un cultore della coppia Lennon-McCarthney come me (evidentemente culto mai sbilanciatosi dal livello amatoriale).

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Questa è una canzone sugli innamorati, sul San Valentino, difficile trovarci significati strani scoprendola nella settimana di Halloween. Eppure nella mia mente si è intrecciata perfettamente con una serie di tante riflessioni, in tanti ambiti, dalla filosofia all'arte passando per la scienza (e nella musica c'è tutto) coltivate in questi anni, se non decenni. C'è un aspetto che strega tutta questa situazione (tanto per restare in tema) che è il fulcro di un intenso intreccio di significati che spero di riuscire a condividere, almeno in parte, ed è proprio la data 31 ottobre. In questo giorno, nel lontano 1956, James Paul per gli amici Macca, quattordicenne, perse la madre (per un tumore al seno, per un ragazzino tragedia inconscia oltre che conscia). Appena una manciata di anni dopo, questo ragazzino sarebbe diventato Sir James Paul McCartney insieme al suo amichetto John e alla loro band, come titolo di merito per aver portato in tutto il mondo la cultura "brit" (oltre che montagne di quattrini all'erario). Tralasciamo il fatto che John a differenza di Paul dopo qualche anno avrebbe rifiutato per protesta questo titolo onorifico. Ciò che non tralascio è che anche John appena diciassettenne due anni dopo Paul rimase senza madre, morta in un incidente. In pratica questi due ragazzini scossi dal dolore più grande hanno saputo stravolgere con le loro opere artistiche, tra i 20 e i 30 anni, la cultura mondiale segnando un'epoca. Certo a far nascere ed esplodere il fenomeno The Beatles è stata una serie di tante circostanze straordinarie. Ma sta di fatto che ad aver reso The Beatles i The Beatles è la vena creativa di questi due ragazzini. La loro creatività potenziata da altri geni musicali come George e Ringo, è stata il quadro: il resto è stata cornice. Vengo alla sostanza della mia riflessione di questo 31 ottobre 2019. Mi chiedo, come avrà vissuto James Paul ogni sacrosanto 31 ottobre della sua vita da quel 1956. In quali significati è tramutato il suo Halloween da quel tragico anno, ogni anno, per una vita intera? Forse ogni anno, in questa data, in questa notte, ha fatto il carico di tutto: riflessioni, meditazioni, significati, sensi... di tutto e di nulla. Forse il suo Halloween è diventato addirittura una festa, come tra l'altro è tipico del mondo anglosassone concepire perfino il lutto e la morte. Forse ha avuto il dono il piccolo Paul di superare un dolore immenso, sempre vivo, volendosi riconoscere eterno innamorato della propria unica e insostituibile mamma, trasformando questo giorno in un San Valentino, in un modo così geniale fatto di melodie e parole che non poteva non segnare un'epoca. Io non posso fare a meno di crederci che nell'intimità di questo artista sia avvenuta una sorta di questa magia. Soprattutto per diretta testimonianza di Paul stesso nel confidare come è nato il suo ultimo capolavoro targato The Beatles: "Let it be è nata da mia madre che mi appariva in sogno, e mi sussurrava non preoccuparti, lascia che sia, andrà tutto bene, lascia che sia..." Auguro allora a tutti di trasformare questa ridicola festa commerciale all'insegna della banalizzazione della morte, in uno speciale San Valentino con la stessa maestria, genio e passione di Sir Macca, e concludo con questa citazione: "Julia Lennon è la più grande ed importante musa di suo figlio" Ian MacDonald, biografo di John Lennon







"Bianconi per l'Umbria" lista fantoccio PD-M5S.

29 ottobre 2019


"Bianconi per l'Umbria,, è stata una lista da 4%, ossia un fantoccio per giustificare un'alleanza PD-M5S da contraltare a Salvini.
Allora è scientifico che questo esperimento del M5S non è stato su l'alleanza con le civiche, ma su l'alleanza con un partito di sistema per andare dove? contro il sistema? Paradosso totale, presa in giro totale per l'elettorato grillino.
E infatti l'unico ad essere stato travolto dagli elettori è il M5S.

Scientifico è anche che se sono i partiti a non chiamare i fenomeni col loro nome, loro sopravvivono sempre perché è il loro mestiere. Ma se a non chiamare i fenomeni col loro nome è il M5S (prima cambiamento di fare TAV, TAP, accettare ex-Ilva e obblighi vaccinali, poi coraggio di allearsi con i partiti che si vogliono far sparire) è scientifico che si precipita.
Ed è scientifico che se si precipita sempre di più prima o poi non ci si risolleva più, come dimostra la fiducia verso il M5S nell'arco di un anno di elezioni regionali in Abruzzo, Molise, Basilicata, Sardegna e ora Umbria, passando per le Europee.



Surplus alimentare...o di individui?

22 ottobre 2019

,,Entro il 2030 l’allevamento bovino potrebbe infatti completamente collassare e andare verso la sparizione nel decennio successivo, seguito a ruota dalle altre forme di allevamento,,
9 ottobre 2019, Il Fatto Quotidiano

Non credo si realizzerà mai questa deriva alimentare estrema come risposta a una deriva alimentare all'estremo opposto, anche se talvolta capita che per adottare una via di mezzo si passa per estremi.

La produzione di carne così come degli alimenti in genere oggi è perversa, per modalità e obiettivi. A parte il fatto che a occhio e croce su una popolazione mondiale di 6 miliardi di individui ce n'è un miliardo che ne abusa in modo tale che i suoi eccessi compenserebbero i deficit degli altri 5 miliardi, il vero paradosso è che a fianco di un surplus nutrizionale, vi è anche un surplus commerciale. Pare che un terzo della produzione alimentare mondiale sia destinata ad esser distrutta per la sola ragione di bilancia di prezzi, di speculazione finanziaria, quindi in base a logiche di domanda-offerta svincolate a necessità nutrizionali, ma finalizzate al profitto finanziario (soprattutto speculando su alta e bassa qualità).

Praticamente stiamo distruggendo il pianeta a suon di sofferenze animali indicibili (parola di veterinario) oltre che dell'ambiente, per il perverso obiettivo di far arricchire qualcuno.

E accade quello che accade per ogni ciclo produttivo, che sia una polpetta di carne surgelata o una padella rivestita di PFAS: sono coinvolti migliaia di posti di lavoro (sempre meno causa automazione) che pur sapendo essere ingranaggi di un processo distruttivo (per tutti, compresi i lavoratori che respirano la stessa aria, bevono la stessa acqua e mangiano la stessa "terra" di tutti) ebbene nessuno è disposto a perderli, perché danno il reddito che consente di mangiare e bere. Tappandosi occhi, orecchi, naso, per dimenticarsi del veleno che si sta per mangiare e bere, immesso dalle proprie mani col proprio lavoro.

Per assurdo si potrebbe pensare che la futura disoccupazione di massa come detto poco fa a causa dell'automazione, porterà i popoli a disincantarsi dal reddito e a rivalutare il senso del lavoro, del benessere, della produzione e del consumo.
Ma cosa avranno escogitato nel frattempo quei pochi che governano le masse grazie ai poteri governativi, finanziari, militari (che sono un potere unico) quando dovranno gestire masse di individui non più disposti ad arricchirli richiedendo di transitare a nuove economie?

Cosa succederà quando il surplus in eccesso non saranno più gli alimenti, ma gli individui?

Meditate gente. Meditate. Forse non è un caso la corsa frenetica già in atto all'inquinamento elettromagnetico su scala globale stile 5G, all'inquinamento di acque dolci e salate con rifiuti tossici e radioattivi su scala globale, all'inquinamento atmosferico con pratiche di geoingegneria climatica, all'obbligatorietà di trattamenti vaccinali (senza epidemie) su scala globale, nonché all'indottrinamento sulle teorie gender-gay pride.
Forse non è un caso, ma auguriamoci comunque che sia complottismo e continuiamo a fare bene quel nostro lavoro... che gli altri stanno facendo bene il loro.
















Beppe Grillo, Napoli 2019. Diversamente voltafaccia per una depressione cosmica.

13 ottobre 2019

2019, Italia 5 Stelle, Napoli, Beppe Grillo:
"E' inutile pensare che abbiamo la stessa identità di 10 anni fa. Non è così. Siamo diversi, diversi dentro.E' inutile che abbiate questi sguardi un po' depressi [...] ma non è una depressione vostra: è una depressione cosmica. Ci siamo dentro".

Diabolicamente geniale, il nostro Joker (o meglio Jolly) politico del caos. Perché il suo obiettivo è giustificare il voltafaccia, il tradimento, con l'essere diversi per un naturale cambiamento.
Il garante di un patto sugli obblighi vaccinali (quelli voluti dal partito di Bibbiano che voleva togliere la patria potestà ai genitori contro l'obbligo), quel garante tradisce una promessa elettorale che ha pesato enormemente sul 32% del 2018 (un anno fa, non dieci).
Pare essere, si deduce, un tradimento per una depressione cosmica. Verosimilmente la versione spirituale di uno scientifico cosmico giro d'affari.

Ma se la rete non dimentica, Beppe Grillo alla sua veneranda geriatrica età dimentica i suoi libri.
Ecco come il nostro comico genovese nel 2008, allora giornalista visionario e primo epocale attivista dal basso, parlava della medicina. Mentre oggi per lui, diverso in preda alla depressione cosmica, il problema più grande per la medicina è l'acqua fresca omeopatica e la soluzione ideale per la salute la cannabis libera.
Ricordiamolo, abbracciando la nostra depressione cosmica, cosa eravamo dieci anni fa, che oggi non siamo più.

2008, Prefazione di Beppe Grillo al libro "Farmakiller", autori Apuzzo-Baraghini, ed. Ecoalfabeto.
<<"Cosa vuol dire essere in salute? La salute dipende dai farmaci, dalle cure disponibili o dalla tecnologia? No, dipende dal livello socio-economico, dal clima, dall’alimentazione. Essere sani significa convivere con qualche “acciacco”. Una volta era il malato che andava dal medico perché stava poco bene; oggi è il medico che ti dice “facciamo uno screening, sei sicuro di stare proprio bene?”
C’è bisogno di malati nuovi. Nel marzo 2004 le case farmaceutiche hanno abbassato le soglie delle tre malattie più diffuse nel mondo occidentale: l’ipertensione, il colesterolo e il diabete creando così, da un giorno all’altro, alcune centinaia di migliaia di “malati” nuovi. Il sano è colui il quale non sa ancora di essere malato. A Verona, su iniziativa di don Luigi Verzè, Rettore dell’Ospedale San Raffaele di Milano, è partito il progetto Qui Vadis?, ossia la creazione di una clinica per sani… Per sani!
Attraverso un microchip installato sotto la pelle, i medici potranno monitorare lo stato di salute del “paziente” sano in ogni momento e curarlo prima che nascano problemi. Nel frattempo potrai fare quello che vuoi: sciare, giocare a tennis, prendere un aereo, viaggiare… e tac! Un sms ti segnalerà: “Urgente, imminente insorgenza di emorroidi a grappoli, rivolgersi al nostro centro specialistico più vicino”.
I farmaci che tolgono la vita
L’elenco dei farmaci, spacciati per “miracolosi” e poi ritirati dal mercato perché velenosi o letali è fin troppo lungo. Ma ricordiamo almeno qualche caso più recente.
Vioxx della Sharp and Dohme, ritirato nel settembre 2004, giro d’affari da 2,5 miliardi di dollari all’anno. Si stima che dal 1999 al 2004 abbia causato 160.000 decessi per ictus e infarti. È stato riammesso in circolazione in Usa da una commissione di 30 medici, di cui 12 pagati dalla società farmaceutica.
Celebrex della Pfizer, utilizzato da 25 milioni di persone, giro d’affari da 3,3 miliardi di dollari. Già uno studio del gennaio 2005 mostrava un quasi raddoppio di decessi per infarti e ictus. È ancora in circolazione. Nuovi farmaci tsumani: Extra e Prexige. Studi recenti dimostrano un aumento del rischio di infarti e di ictus per chi ne fa uso.
Bambini troppo vivaci? Già psicofarmaci
Il vostro bambino è vivace? Non sta seduto a tavola e qualche volta disturba la maestra durante le lezioni? Non dorme? È con tutta probabilità un bambino iperattivo, malato di Adhd, Attenzion Delecit Hyperactive Disorder. Le società farmaceutiche hanno trovato la soluzione: antidepressivi e psicofarmaci. Colexa, Zoloft, Ritalin, Luvox, Prozac, Effexor, Paxil.
Gli effetti collaterali, come spiegato nel video dalle reti Abc e Fox News, possono essere imbarazzanti. Automutilazioni, suicidi, omicidi, infarti. Il bambino è più tranquillo quando giace in una tomba. Lo si può andare a trovare sapendo che non può farsi più del male o correre via da qualche parte. Tante preoccupazioni in meno. Tanti bilanci in attivo per i signori del farmaco e le loro lobby. Se vostro figlio è vivace è un bene, non un male. Non portatelo dal medico, dallo psicologo. Prendetelo per mano e uscite con lui, con lei, per una passeggiata. Abbracciatelo, abbracciatela, forte, con un bacio. Non deve guarire da nulla, vuole solo la vostra attenzione." >>

USA-UE. Dazi sì dazi no: paradossi dell'economia della finanza

07 ottobre 2019

E' un bel dire che i prezzi aumentano a causa dei dazi e c'è una perdita dell'indotto dei settori interessati. Vediamo perché.

Il parmigiano e il grana sono formaggi a lunga stagionatura. Tra il momento della produzione e la vendita passano anche due anni. Significa che quello che è venduto oggi è stato prodotto in base a una previsione di vendita uno o due anni prima. Fino a ieri non c'era alcuna previsione di dazi su questi prodotti. Questo significa che se si vuole mantenere stabile la domanda con i prezzi aumentati a causa dei dazi, il valore del prodotto dovrà diminuire.

Ma per assurdo potrebbe essere che per fattori di marketing (alias prestigio dei brand) il valore del prodotto non si sarà disposti ad abbassarlo. Ciò significa che pur di non svenderla, una quantità di prodotto non sarà venduto, che significa categoricamente distrutto oppure, assurdo dell'assurdo, venduto come sottoprodotto all'industria della trasformazione (tipo finire in patatine "al gusto di" o crocchette per cani per intenderci).
Quindi in base alle perverse leggi del mercato dell'economia della finanza ci si può ritrovare prodotti di ottima qualità distrutti, convertiti in junk-food o dati in pasto ai cani.

Ma questa è solo una perversione a valle. Perché la vera perversione si rivela a monte, qualora si sceglie di diminuire il prezzo per smaltire tutta l'offerta. Questa rappresenterà ovviamente una perdita di introiti, ma per chi?
La filiera di un formaggio stagionato così come di un prosciutto è molto lunga. Parte dal settore primario agro-zootecnico (campagne e allevamenti) ed arriva al settore terziario dei servizi (marketing pubblicitario, amministrazione, trasporti) passando per quello secondario della trasformazione industriale (industria casearia, stoccaggio, imballaggio).
Consorzi di marchi con giri d'affari stratosferici ma con anelli deboli del settore primario e anelli forti del settore terziario e secondario, per cui tradizionalmente le perdite spesso non sono spalmate equamente su tutta la filiera.

Ora lo scopo non è addentrarsi su statuti e disciplinari per scovare ingiustizie socio-economiche, ma prendere consapevolezza che la perversione delle perversioni, il paradosso dei paradossi, è finalizzare la produzione di un prodotto di nicchia alla vendita su scala internazionale.
Si è voluto negli ultimi 50 anni, a partire dal boom economico post-bellico, far fronte alla domanda internazionale di prodotti agroalimentari di nicchia per ricavarne il massimo profitto. Significa che se da determinate risorse territoriali prima potevano emergere mille cosce di prosciutti o mille forme di formaggio, poi si è voluto farne saltar fuori 10 mila, 100 mila, 1 milione. Questo ha comportato inevitabilmente convertire l'artigianalità in industrializzazione dei settori, ossia un passaggio delle pratiche di allevamento da estensive a intensive, delle pratiche di produzione da manuali a elettromeccaniche. Quindi un passaggio della filiera da ambientazioni rurali a realtà industriali. Non possiamo sapere se la qualità organolettica, nutrizionale e igienico-sanitaria dei prodotti sia stata obiettivamente persa o guadagnata rispetto a 50 anni fa: non possiamo assaggiare i prodotti di allora con quelli di oggi. Possiamo solo sapere che sulla carta sono rispettati disciplinari di marchi oggi diventati un brand per l'export internazionale, per garantire determinate caratteristiche fondamentalmente fisico-chimiche-microbiologiche di una derrata alimentare. La qualità sostanzialmente è diventata un numero da monitorare e rispettare. Non è più un connubio indissolubile di territorio e prodotto, intendendo con territorio l'aria, l'acqua, la terra, e la gente che insieme hanno creato un prodotto. Questo fenomeno ci ha fatto capire lungo mezzo secolo che si può esportare il corpo di un alimento, ma non l'anima. Si può esportare un prodotto per fare profitto, ma non si può esportarne la sua cultura: quella la si può solo apprezzare dove è nato, ideato e creato, e dove per forza di cose occorre recarsi per consumarlo se si vuole apprezzare la sua essenza, che è tutt'uno con le potenzialità del suo ambiente, e i suoi sacri limiti.

Ecco in cosa consiste la tragicommedia agroalimentare dei dazi, che in sé rappresentano, ironia della sorte visti dall'altro fronte, il tentativo di difendere produzioni e consumi interni!
Non so se risulta chiaro allora il meccanismo schizofrenico del mercato globale nell'era digitale, nell'era dell'automazione dei lavori, dei redditi di cittadinanza universali: invece di creare politiche economiche che garantiscano globalmente ai cittadini il diritto di viaggiare in giro per il loro pianeta per andare a gustare i prodotti della terra, valori unici e universali, crea politiche economiche finalizzate esclusivamente al profitto finanziario lobbistico, ossia l'accumulo di denaro da parte di pochi, distruggendo l'ambiente, i rapporti umani, e il rapporto uomo-ambiente.

Vale la pena finire questa riflessione sui dazi USA-UE di questo fine 2019 anche chiedendoci come mai poi abbiano interessato prodotti come prosciutti e formaggi risparmiando prodotti come olio e pasta. Forse perché in queste ultime filiere agroalimentari ci sono altri interessi finanziari multinazionali coinvolti, come gli OGM e pesticidi, e penalizzare queste filiere con i dazi significherebbe far tornare indietro come boomerang gli svantaggi finanziari che si vogliono infliggere ai competitori?















Il popolo dei leader che dicono tutto e il contrario di tutto

02 ottobre 2019


Salvini dopo due mesi che ha sfiduciato il suo governo ancora afferma sui media che lo ha fatto per i NO del M5S, quando per un intero anno ha affermato che si trovava talmente bene a governare col M5S che sarebbe durato cinque anni.
E pure lo sfiducia di punto in bianco in pieno agosto dicendo al M5S che "i suoi non li tiene più", ed è comprensibile visto che i suoi sono personaggi tipo Siri, Rixi, Savoini... poco compatibili con il modello di onestà proposto dai colleghi di governo.

Ma di cosa possiamo stupirci? In Italia un leader che afferma tutto e il contrario di tutto ha sempre trovato molto seguito, e Salvini alla fine è solo un mito mediatico che ha preso il posto di Renzi come Renzi prese il posto di Berlusconi. Solo che Berlusconi padrone dei media è durato 20 anni. Renzi è durato cinque giocandosela male, ma reggendo il ruolo. Salvini che giocandosela bene o male non regge il ruolo comunque, visto il trend dovrebbe durare paio d'anni.

La domanda ora è sempre quella: il popolo italiano aspetterà il prossimo super eroe o comincerà a partecipare per mettere da parte per sempre la sudditanza ad un leader?
La domanda non è scontata, perché un tempo c'era un M5S che forniva alternative mentre oggi offre competitor ai super eroi quali Di Maio e Conte.
Sapere quale destino si sceglie un popolo è sempre una bella domanda mai scontata. La risposta invece può essere estasiante od orribile, perché purtroppo l'evoluzione fugacemente si ferma alle vie di mezzo, sostando per gli estremi.