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Perché la Nappi non fa scouting a Lampedusa?

28 gennaio 2019

La pornostar Valentina Nappi regala all'opinione pubblica la convinzione che i migranti attuali in Italia, per sua esperienza, siano mammoni talmente innocui sessualmente da essere inadatti perfino al mondo della pornografia.
Formidabile siparietto questo dell'informazione di regime evidentemente offerto per tranquillizzare l'immaginario collettivo traumatizzato dalle tragedie di Pamela Mastropietro, di Desirée Mariottini e delle tante turiste straniere stuprate da clandestini, oltre che per schierare una paladina del sesso contro il sovranismo.
Però la pornodiva di offrirsi come talent-scout facendo del volontariato sessuale nei centri di accoglienza, scommetto che non se la sentirebbe, e non solo perché la gratuità col porno non si sposa. Eppure col sesso si sa, contano i fatti non le parole, e questo sarebbe un gesto per dare ai suoi slogan (o frame) anti-sovranisti un briciolo di credibilità. Poi forse non lo farebbe perché in base alle sue constatazioni viene da dedurre che gli unici a concedersi in tal caso sarebbero i "bianchi" del personale umanitario (...sia mai -cronache alla mano- personale dell'ONU). Ne potrebbe uscire comunque un titolo porno di successo... tipo "Settimana in bianco a Lampedusa!".
Buttiamola in vacca insomma. Facciamo il gioco di questa informazione che ormai non sa fare altro che mandare tutto a puttane. 


1983. Profezie di Primo Levi, ex operaio "Bayer"

23 gennaio 2019


In questa intervista rilasciata nel 1983 di ritorno a una visita ad Aschwitz quarant'anni dopo la sua deportazione, Primo Levi afferma (min 09:50):

"Non c'era un solo campo ad Auschwitz ce n'erano molti. Alcuni di questi erano stati costruiti sul piano, annessi a una fabbrica o a una miniera. Il campo di Birkenau ad esempio era suddiviso in squadre che lavoravano per fabbriche di armamenti. Il mio campo di 10 mila prigionieri, Monowitz, faceva parte di un'industria appartenente alla IG Farben Industrie, un enorme trust chimico tedesco adesso smantellato. Si trattava di costruire una nuova fabbrica di prodotti chimici dell'area di qualcosa come sei chilometri quadrati"


PRIMO LEVI RITORNO AD AUSCWHITZ - 1983 - completo


Questo invece si legge su un post dedicato all'intervento di Rosemary Mason "la Bayer Crop Science non è mai stata trasparente" a gennaio 2019

“La Bayer ha le sue origini nella ex IG Farben, società privata tedesca che era alleata con i nazisti e che produceva lo Zyklon B, il gas usato per uccidere milioni di ebrei durante l’Olocausto (…). Avevano costruito una fabbrica vicino ad Auschwitz, in Polonia, per poter sfruttare il lavoro degli ebrei rinchiusi nei lager (…) e alla fine della guerra, dopo il processo di Norimberga, la società si è sciolta dando origine a tre divisioni separate, la Hoescht, la Bayer e la Basf”. 

Chissà cosa penserebbe oggi Primo Levi a sapere che quella fabbrica non ha mai chiuso ma ha solo cambiato nome. Chissà cosa penserebbe oggi Primo Levi constatando che la Bayer produce e distribuisce in modo massiccio agenti chimici come il glifosato che finiscono non in camere a gas come un tempo il suo zyclon-B, ma nei nostri cibi, la nostra acqua e la nostra aria.
Forse penserebbe che ha cambiato nome, ma in fondo in fondo non metodi e scopi.

Ma usare ora il condizionale è così d'obbligo? Primo Levi forse ci aveva già anticipato il suo pensiero in quella medesima intervista del 1983, nel tempo lontana da Auschwitz tanto quanto vicina ai giorni nostri. Ecco come risponde (min 20:22) a questa domanda precisa dell'intervistatore:

''Secondo lei un altro Auschwitz, un altro massacro come quello verificatosi 40 anni fa, potrà mai verificarsi nuovamente?
 - In Europa no secondo me. Per ragioni come dire di immunità anche. Esiste una sorta di immunizzazione per cui è difficile a mio parere che rinasca in tempi di qualche decennio, 50 anni o 100 anni, in Germania o in Italia un Fascismo o un Nazismo come quell'altro. Quindi ritengo che in Europa questo non possa avvenire. Ma il mondo è molto più grande dell'Europa. Penso anche che ci siano dei paesi in cui ci sarebbe il desiderio di fare un altro Auschwitz e mancano solo gli strumenti. L'idea non è certamente morta come niente muore mai. Tutto risorge rinnovato ma niente muore mai. Cambiano le forme, e le forme sono anche importanti,,

Allora quali sarebbero le forme di oggi caro Primo Levi, verrebbe da chiedere usando ora sì purtroppo il condizionale? Qual'è l'annientamento di massa mirato e organizzato con strategie di ogni sorta persino legalizzate?
Sono forse rifiuti altamente pericolosi sepolti sulle nuove strade e autostrade che vengono poi a contatto con falde acquifere? Sono forse rifiuti industriali riversati appositamente su corsi d'acqua? Impianti di biogas sofisticato con materiale organico inquinato? Emissioni aeree di condensa artificiale per sperimentazioni sul controllo climatico? Vaccini obbligatori inquinati da multinazionali private senza alcuna garanzia e responsabilità di controllo pubblico? Abuso massiccio di sostanze di sintesi impiegate nella lotta talvolta ingiustificata ad ogni forma di parassitismo (antibiotici e antisettici ad uso umano, animale e ambientale, insetticidi, diserbanti, disinfestanti)? Agricoltura e allevamento intensivi che impoveriscono il territorio, alterano le produzioni e l'intera catena alimentare? Uso contro l'etica dell'ingegneria genetica? Accanimenti terapeutici e diagnostici della medicina difensiva?

Cosa sono queste pratiche, se non un lento, progressivo ed irreversibile piano di distruzione di massa premeditato e imposto da quell'élite finanziaria trincerata nei paradisi fiscali, che ha in mano le redini socio-politiche della società globale, e da cui dipende la nutrizione, il sostentamento e la riproduzione (o consumismo che dir si voglia) di quella massa?

E' strano poi notare, caro Primo Levi, che quell'élite finanziaria sia costituita proprio da una certa cupola massonica sionista, ed è curioso che le massime autorità religiose e politiche in Occidente oggi spaccino il termine sionismo come sinonimo di semitismo. E rimbomba lo slogan "Pericolo in Europa nuovo antisemitismo".
Ecco dunque cambiate le forme, ma non la sostanza. Perché come dicevi tu, Primo Levi, le forme pure sono importanti, soprattutto se si vuole somministrare ancora lo stesso contenuto nocivo.





La Lega volò sui sondaggi del cuculo

21 gennaio 2019


E' risaputo che i sondaggi politici sono da prendere con le pinze: sono questionari facilmente manipolabili sia priori con le domande che e a posteriori con i dati per far emergere risultati tendenziosi.
Certo è che da "prendere con le pinze" a "prendere per panzane" il passo è breve qualora risulta fantasiosa e paradossale una qualsiasi giustificazione reale dei riscontri ottenuti.

Ebbene fin dal giorno dopo l'insediamento del Governo del Cambiamento l'informazione main-stream ha propinato dati di sondaggi per testimoniare un crescendo della popolarità del leader leghista Matteo Salvini e un progressivo calo di consenso per il M5S.
Ma come è possibile che di punto in bianco sia cresciuta esponenzialmente la popolarità solo di un singolo leader mentre tutti gli altri siano diminuiti, tra l'altro risultando Salvini il leader che per eccellenza ha ritardato la formazione di un governo accettando la proposta del M5S di sottoscrivere un contratto (tre mesi quasi intercorsi tra la prima richiesta di disponibilità alla sua accettazione, tra l'altro dichiaratamente avvenuta per puri calcoli elettorali in caso di nuove elezioni).

L'unica spiegazione plausibile è che la Lega rappresenta l'unica (e forse ultima) formazione politica ancorata all'establishment avendone fatto parte per 30 anni da subito dopo essere entrata nelle istituzioni (pur essendo nata con obiettivi anti-establishment). Inevitabile quindi tutto il tifo e il supporto mediatico manifestato fin dall'inizio dall'informazione di regime, in modo più o meno subliminale, vedendo nella Lega l'ultima speranza per mantenere in piedi il sistema casta e trovare e attuare una qualche strategia per ostacolare e limitare il cambiamento in atto con il nuovo governo (a gennaio 2019 non più solo sulla carta).

Ed ecco pronti e serviti settimana dopo settimana per sei mesi, da giugno 2018 ad oggi, in modo martellante sondaggi dai numeri fantasmagorici che vale la pena davvero analizzare. 
Innanzitutto ricordiamo gli esiti elettorali del 4 marzo 2018:

M5S    33%
Lega   17%

PD     18%
FI      14%
73% di affluenza


E ora il miracolo politico riportato dagli ultimi sondaggi (17 gennaio 2019):

M5S     24%
Lega    34%

PD      16% 
FI       10%
Affluenza prevista?


Qualcosa non torna in questi numeri. Anzi più di qualcosa. Cosa può esser successo all'elettorato per far sì che il M5S perda il 10% e la Lega guadagni 10-15% ?

Analizziamo varie ipotesi:

1- Il 10% di elettori M5S ha cominciato a preferire Lega. Situazione alquanto improbabile visto la distribuzione geografica Nord-Sud degli esiti del 4 marzo, ma soprattutto improbabile visto che la priorità dell'elettorato del Sud era il reddito di cittadinanza, e a gennaio 2019 era già realtà di legge per volere del M5S e non certo della Lega.

2- Elettori di Forza Italia si sono spostati verso la Lega, ma dai sondaggi sarebbero solo 4% che non giustifica un 10-15%. Ma sarebbe comunque più plausibile che l'elettorato di centrodestra si sia spostato dalla Lega a Forza Italia visto il comportamento di Salvini verso lo storico alleato durante la formazione del nuovo governo.

3- Elettori indecisi e astenuti il 4 marzo (27% dell'elettorato) si sarebbero in massa spostati alla Lega visto i risultati del Governo del Cambiamento. Ma ciò non è plausibile visto che parallelamente non c'è stato nessun aumento, magari anche lieve del M5S, ma anzi un suo calo. Ossia non può essere reale che gli indecisi abbiano cambiato idea solo sulla Lega e non sul M5S visto il contratto di governo comune.

4- I sondaggi sono stati condotti in modo tale da far emergere risultati tendenziosi. Sarebbe una situazione facilissima da ottenere ad esempio campionando prevalentemente al Nord, in virtù della reale predominanza di preferenza Lega rispetto al M5S.

5- I risultati dei sondaggi sono veritieri, ma sono stati appositamente invertiti: la Lega risulta oggi al 27% dal 24% del 4 marzo, e il M5S stabile se non in lieve aumento di consenso verso il 35%.

6- I risultati sono veritieri e trasparenti. Questo è il risultato che emerge dalla solita opinione pubblica manipolata da martellante disinformazione che ha voluto sofisticare politicamente l'immagine di Salvini in senso positivo (diventando la trasfigurazione del Berlusconi o Renzi di turno) e l'immagine del M5S in senso negativo secondo una ormai decennale consolidata tradizione, per gli scopi analizzati all'inizio di questo post.

Queste sono solo ipotesi per tentare una giustificazione politica realistica dei numeri emersi dai sondaggi, che apparentemente non c'è. Poi ognuno trae le conclusioni in base ai propri gusti...anche se si tratta di scegliere tra fantasia e realtà.


Vaccini, marijuana, omeopatia: torna o non torna nel M5S?

15 gennaio 2019

,,Se fa sorridere il tentativo di rendere illegale l'omeopatia
 e legale la marijuana, non oso immaginare quando sarà 
multato l'effetto placebo e premiata la tossicodipendenza,,


Non mi sono mai vergognato di osannare il M5S e rispettivi garanti o portavoce tanto quanto non mi sono mai risparmiato quando era ora di criticarli. Ho sempre ritenuto che passi falsi il M5S sarebbe stato ed è inevitabile ne compia prefiggendosi di transitare la democrazia italiana da rappresentativa a diretta, l'informazione da passiva ad attiva, i cittadini da spettatori a partecipanti. Non è facile per chi vuole cambiare sistema stare con i piedi su due scarpe diverse: uno dentro la vecchia scarpa dei poteri istituzionali della trattativa Stato-mafia, l'altro dentro la scarpa nuova dei poteri della rete di cittadini dentro Rousseau. Impossibile non tremare, impossibile non traballare, impossibile non sbagliare. Eppure in questo equilibrio instabile il M5S in pochissimi anni è riuscito a compiere rivoluzioni, a vincere la sua battaglia culturale prima ancora che politica, arrivando dove è oggi non senza tanti e importanti compromessi, non da ultimo il contratto di governo per il "cambiamento" che in quanto tale non è certo l'ultima tappa, ma un passo nuovo in questa transizione (forse quello che farà passare finalmente il piede della scarpa marcia a quella sana, per iniziare il nuovo cammino tanto sognato).

In questo preciso momento storico per il paese, con questo governo storico, si è delineata però una situazione molto strana per il M5S di fronte a temi civici e scientifici altrettanto storicamente fondamentali quali vaccini, marijuana ed omeopatia, mostrando platealmente posizioni ambigue se non addirittura contraddittorie. Tuttavia mi lasciano intendere che forse è tutto solo questione di strategia politica, e le posizioni ora di Beppe Grillo ora del MoVimento 5 Stelle (che non sarebbero proprio sinonimi) siano da considerare in modo univoco ed interconnesso.
In che modo e in che senso?
Vediamo nel dettaglio per ordine.

Sui vaccini la posizione pro-vaccinazione anti-obbligo del M5S è sempre stata chiara in campagna elettorale (al netto di tutta la solita disinformazione ormai scontata) e al momento ciò che si è realizzato è uno slittamento della certificazione del protocollo vaccinale obbligato a marzo 2019. Ci si aspetta quindi imminente entro 60 giorni un nuovo decreto legge che ripristini la situazione di buon senso "civico e scientifico" tanto attesa e che archivi per sempre le situazioni paranormali innescate dal governo precedente. Nel frattempo in questi primi sei mesi di governo le difficoltà del M5S nel difendere la saggia posizione pro-vaccini anti-obbligo è stata notevole visto che le mille sfumature del tema sono state volutamente ridotte dal main-stream a uno scontro in bianco e nero tra pro-vax no-vax. Ammettiamo anche che il M5S avrebbe potuto usare meglio la sua comunicazione a riguardo avendo creato non poche perplessità i termini contraddittori con cui ha espresso le sue posizioni. Ricordiamo tristemente bene "il M5S è per la massima copertura vaccinale", mentre coerentemente alle sue posizioni pro-vaccini anti-obbligo avrebbe dovuto usare i termini "il M5S è per la massima copertura anticorpale, con la minima copertura vaccinale", giacché scientificamente è sconsigliabile vaccinare se vi è già copertura anticorpale o non vi è microrganismo circolante (situazioni sconsigliate ampiamente favorite dall'ancora attuale protocollo di obbligo vaccinale a tappeto, per di più con vaccini polivalenti).
Ma sui vaccini occorre tener ben presente anche che in ballo ci sono interessi finanziari astronomici, e per comuni cittadini a capo di un ministero della salute, per quanto non si abbia avuto la campagna elettorale pagata da big-pharma, non è semplice muoversi contro. Anzi è impossibile se non a costo di gravi ritorsioni più o meno subdole. Allora potrebbe essere una strategia offrire alle case farmaceutiche un terreno alternativo a quello dei vaccini su cui speculare. Se poi fossero due terreni in cambio di uno meglio ancora. E qui, fatalità, entrano in gioco con una sorprendente inattesa puntualità l'omeopatia e la marijuana.

Infatti se ha suscitato leggero clamore (ma tanta perplessità a chi si interessa del settore) il post di Beppe Grillo sul tema dell'omeopatia (agosto 2018), molto più pesantemente clamoroso è il recente famigerato appello sedicente pro-scienza condiviso (firmato?) da Beppe Grillo, e che in un colpo solo non solo rimarca l'antipatia personale del garante M5S alle medicine non-convenzionali, ma rimette in discussione la posizione anti-obbligo che dovrebbe adottare il M5S visto che il suo garante si dimostra intollerante verso la libera scelta sottinteso da tale appello (e di nuovo ci si chiede in che termini sono interscambiabili le supposte firme di Beppe Grillo con le posizioni politiche del M5S).
Come se non bastasse nel frattempo il M5S si è mosso in parlamento con recentissime proposte di legge per legalizzare l'uso terapeutico e ricreativo della cannabis, che consentirebbero la detenzione di massimo quattro piante a domicilio. In parallelo Beppe Grillo nel suo blog osanna tali iniziative con post firmati da esperti.

Ora tralasciamo quanta terapia e ricreazione con quattro piante di marijuana a testa si possa fare in un condominio prima che diventi un'intossicazione di massa. Tralasciamo pure quanto sia scientificamente sensato considerare legale la marijuana come droga leggera mentre l' "acqua fresca" omeopatica pericolo da mettere al bando (ricordiamo che per legge già i rimedi omeopatici sono considerati farmaci ed occorre ricetta medica per assumerli: nessun rimedio omeopatico si infila nella bocca del paziente di propria iniziativa come una canna).
Tralasciamo tutto questo però per altri dubbi maliziosi che emergono in merito l'indotto che il mercato delle medicine alternative porta via alla farmacologia classica, ossia quella chimica dei farmaci. Ma anche in merito l'indotto che apporta all'industria farmaceutica la gestione e la cura della dipendenza da droghe, leggere o pesanti che siano tanto le une spesso conducono alle altre e comunque sul lungo periodo causano i medesimi danni.
Allora mi viene il dubbio che il M5S, per tramite anche dell'influenza mediatica del suo garante, oggi stia barattando con i poteri forti l'indotto derivante dall'obbligo vaccinale offrendo il potenziale indotto derivante da una messa al bando di determinate medicine alternative concorrenti alla farmacologia classica (chissà cosa ne pensa Beppe dell'agopuntura...) e persino quello derivante da tossico-dipendenze legalizzate (Beppe nel '68 aveva vent'anni: la sua è la prima generazione di spacciatori attivi anche da nonni, e non sempre perché non basta la pensione).

Queste ovviamente sono mere ipotesi a titolo personale confidate in un mio blog o un mio social, fatte da comune cittadino, da semplice osservatore politico, da semplice laureato informato sui fatti di scienza (una laurea in ambito medico mi ha fatto certo comprendere le potenzialità della scienza, ma dieci anni di esercizio mi ha fatto comprendere i suoi limiti di cui però nessun corso di laurea parla e non a caso, poiché solamente i limiti della scienza possono ostacolare la speculazione finanziaria sulle sue potenzialità).

Concluderei volentieri questa disamina sulla contemporaneità prendendo in esame una vecchia commedia interpretata da Beppe Grillo dal titolo "Scemo di guerra", perché mi chiedo se Beppe conosca il significato medico di questa espressione, e soprattutto cosa abbia contribuito alla sua origine. Ma ciò merita un approfondimento a parte cui rimando.

Conviene concludere invece mettendo da parte il tono polemico seppur confidenziale, e appellarsi alle speranze connaturate al M5S. E dico che aspetto il giorno in cui l'essere umano si chiederà non tanto il senso di proibire o meno una droga (caffè o cocaina che sia), ma il senso di drogarsi. Forse crediamo che ritrovarsi dipendenti dalla cocaina piuttosto che dal caffè significhi semplicemente essere stati più sfortunati. Ma di quanto poco non ce ne rendiamo conto. Perché la differenza tra imporsi un "devo stare sveglio" o imporsi un "devo sballarmi", è minima. Alla base c'è sempre la medesima società che inducendoti a stare sveglio o sballato vuole il tuo fallimento esistenziale. Per riconoscerti schiavo. Il M5S spero vada oltre, superi ancora tutto ciò, anche in questa occasione in cui il calcolo politico sembra sopraffare la rivoluzione culturale mentre in realtà può diventarne pretesto. Spero davvero quindi che Beppe con le sue personali opinioni su questi temi alla fine risulti ancora, magari suo malgrado questa volta, un meraviglioso tramite per far evolvere la coscienza civica dei cittadini e l'agire del suo MoVimento.



Riflessioni sul film Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità

06 gennaio 2019

L'unico filone che ancora resiste alla mia allergia per i prodotti cinematografici è quello storico-biografico, e alla vigilia di questa epifania mi son ritrovato proposti personaggioni come Freddie Mercury e Vincent Van Gogh. Un appassionato di cinema dirà che sono appuntamenti imperdibili entrambi. Invece ho boicottato il primo e ad occhi chiusi (anche fisicamente parlando per un frangente di secondi durante la proiezione) sono andato sul secondo.
Considerando che l'ultimo film che ho visto al cinema prima di questo risulta il "giovane favoloso" Elio Germani che interpreta il sommo Leopardi (2014....a sottolineare la mia allergia al grande schermo) partivo comunque rassegnato che mai avrei raggiunto godimento intellettuale pari a cinque anni prima.
Invece la sorpresa è stata notevole, e ha suffragato perfino il mio boicottaggio alla rivisitazione del vecchio buon Freddie.

Innanzitutto allora perché boicottare Freddie? Per due personali pregiudizi. Il primo la convinzione che qualsiasi magistrale interpretazione avrebbe comunque scalfito l'immagine che ho dell'originale, fosse anche marginalmente. Questo margine non me lo gioco per nulla al mondo visto la perfezione della personalità artistica di Mercury che ho nei miei lontani sacri ricordi adolescenziali (e con personalità artistica intendo il suo modo di suonare ed esibire lo strumento vocale). Figurarsi poi farsi somministrare per un paio d'ore di film tutta una serie di messaggi più o meno subliminali inerenti il mondo della droga o dei gusti sessuali "alternativi" di un vip, o tutto quello che viene miratamente reinterpretato della vita privata di questo artista per inculcare, di nuovo, quanto controcorrente e quindi "fico" deve essere in fondo in fondo bere, fumare, drogarsi e provare brividi sessuali "alternativi" proprio come fanno le super-star (tanto per le leggi dello #StarSystem camuffare pratiche tossiche o deviate come fichissime mode controcorrente è un gioco da ragazzi). No grazie. Mi tengo già la mia pena nel pensare quel talentuoso uomo rovinato prematuramente da un sistema finanziario perverso che specula sulle doti naturali dell'individuo, e sull'idiozia di massa del pubblico, annientando l'uno e l'altro.

Ebbene la sorpresa è stata riscontrare molti di questi aspetti anche nella proiezione su Van Gogh, ma in chiave intelligentemente critica, e per di più in modo disinvolto (ma forse perché si parla di una società ormai passata ed è difficile carpirne parallelismi e continuità con la contemporaneità).
Ci sono dettagli in tutto il film che denunciano secondo me tutta la perversione socio-economica dell'epoca, e cosa ancor più sorprendente perfino quella scientifica e non tanto da un punto di vista metodologico (i limiti della "scienza positivista" sono ormai scontati) quanto di scopi e principi ancora oggi in voga. In particolare ci sono due dialoghi che esprimono bene tutto questo. Uno del protagonista con il medico curante, l'altro del protagonista con un sacerdote. Entrambi, medico e sacerdote, autorità preposte all'epoca -e nel film- a giudicare il suo stato psicopatologico. Medico e sacerdote, non a caso i due lati della stessa entità antropologica che impersonano da millenni il modello di "sanità" fisica e spirituale, e che l'umanità sta piano piano sempre più "smascherando" insieme al concetto stesso di autorità, superando i modelli "rappresentativi" del potere delegato a persone (e delegando il potere invece alle idee delle persone, denudate dei loro abiti autoritari, finalmente uguali in diritti e doveri, gli uni verso gli altri, e libere di esprimersi e condividere cose ed idee -questo è la democrazia diretta, questo è internet delle cose). Ora non saprei riportare a memoria questi due dialoghi, se non alcuni spezzoni di quello avvenuto con il medico e di cui tento di riportare i concetti che mi sono rimasti impressi.

Medico: Sicché tu credi che la gente intorno sia infelice, e guardando i tuoi quadri possa diventare felice? Tu sei convinto che li rendi felici facendogli vedere i tuoi quadri?
Pittore: Sì. Ne sono sicuro. Credo esattamente avvenga così.
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Medico: Beh è davvero orribile questa idea che hai della società caro Vincent....
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Medico: Ti voglio dare l'opportunità di andare in una nuova casa di cura (manicomio) però volontariamente. E dovrai fare esattamente ciò che ti dicono, smettere di bere (drogarti di assenzio) e prendere i farmaci.

Ecco in questi contesti vedo emergere tutte le caratteristiche della società dell'epoca, che è tutt'uno con il dramma del protagonista e la denuncia del film (più o meno volontariamente). La Belle Époque al suo culmine che comincia a nascondere gli scheletri dentro l'armadio. L'impressionismo che si trasforma in espressionismo passando anche attraverso Van Gogh. Belle Époque grazie all'economia del commercio colonialista e commercio finanziario appena nato che ha prodotto il consumo di massa di nuove classi sociali (borghesia, proletariato, classe dirigente). Praticamente nuovi servi e nuovi padroni dopo l'abolizione della schiavitù in catene, per rendere tutti schiavi (il ricco quanto il povero) del denaro, nuovo strumento di dominio. Belle Époque grazie al consumo globale di droghe leggere e pesanti per pure speculazioni finanziarie dell'élite dominante, che oggi muove guerre in nome del petrolio e cocaina come ieri le muoveva per il commercio di tè, caffè, oppio (ricordiamo che furono ben due le "guerre dell'oppio" all'epoca di Vincent, mosse da "sua maestà imperiale britannica" alla Cina affinché i cinesi consumassero, ossia comprassero, oppio). Caratteristico del film a tal riguardo è un soggetto psicolabile in "cura sperimentale" che ripete in modo paranoico "Caffè. Caffè. Caffè". Abbastanza scontato ma neanche troppo è che a rendere schizofrenico Vincent al punto tale da indurlo a violenza incontrollata fino allo stupro è l'uso ricreativo di assenzio e alcool, tipico dell'epoca. Ma la domanda vera, su cui si gioca presente, passato e futuro passando per la nostra quotidianità, a questo punto è: Van Gogh avrebbe raggiunto le sue ispirazioni ed espresso la sua arte anche senza questi abusi, o il valore aggiunto all'arte è grazie a queste sostanze? In merito non ripeto qui ora il mio punto di vista già espresso parlando di John Lennon in un post dedicato proprio alle droghe qualche anno fa. Qui esprimo solo la mia soddisfazione nel veder trattato l'argomento nel film in modo molto trasparente, mostrando la realtà storica del tempo e lasciando allo spettatore tutte le analisi e riflessioni del caso. Questo in merito i molteplici lavaggi del cervello cui il comune cittadino, con il suo genio espresso o soppresso, è sottoposto in questa sempre identica economia del mercato finanziario (oggi semplicemente più maturo rispetto ad allora, e anzi forse quel tanto anziano si spera da attendere la sua ultima ora). I lavaggi del cervello di sostanze stupefacenti (droghe o farmaci che siano) quanto di autorità altrettanto stupefacenti in abito scientifico-religioso. Attori e spettatori interscambiabili del medesimo circuito consumistico.

Queste sono le considerazioni che ci tenevo a confidare, e confesso anche di essermi perso il primo quarto d'ora di proiezione (meno male perché magari c'erano particolari che mi avrebbero fatto scrivere ulteriormente! :P )
Dicevo all'inizio però che ho trovato anche occasione di addormentarmi, ma questo non per colpa dell'interesse tradito. Ebbene in una delle numerose scene di buio totale con il protagonista che parla, qualche secondo ho ceduto. Allora penso sia colpa di tecniche cinematografiche troppo efficaci nel rendere la psicologia disturbata del personaggio. Altrimenti l'alternativa è pensare che in certi frangenti anche il cameraman sia stato in crisi di astinenza e il musicista con un orecchio amputato.

Ora non mi resta che scegliere un'immagine per questo post. Questa penso sia ideale. Perché ci vedo un po' tutti in questa espressione. Ci vedo Vincent, ci vedo Freddie, John, e anche un po' noi, qui, intorno. Consapevoli del veleno, del marcio, dell'inganno, e pronti a cambiare direzione.