=

Traduci

Cerca nel blog

Legittima difesa e obbligo vaccinale: reazioni a confronto

29 marzo 2019


Breve riflessione su reazioni a confronto da parte delle categorie professionali coinvolte, tra legge sulla legittima difesa e obbligo vaccinale.
Partiamo dal presupposto verosimile che i giustizieri della notte nascono dove le leggi sulla legittima difesa sono troppo "buone" (e quindi cattive leggi). Una buona legge sulla legittima difese deve essere quel tanto cattiva da garantire il diritto di prendere le misure da cassa da morto a chi crede di essere libero di violentare, mettendo in pericolo di vita, l'intimità della persona nella sua privata proprietà.
Ora è imbarazzante notare la disinvoltura con cui il mondo dei professionisti del diritto si scaglino contro questi presupposti, eppure non è per nulla scontato. Perché una legge che funziona previene o addirittura elimina i contenziosi, ma questo è contro l'interesse di chi campa di contenziosi.
Questa non è una critica al mondo dell'avvocatura, bensì al sistema socio-economico in cui viviamo. Con la medicina avviene la stessa cosa: se ci fossero leggi per la prevenzione delle malattie (in termini di produzione di alimenti, produzione e cessione di farmaci, in termini di inquinamento ambientale...) ossia se la salute delle persone fosse preservata, che prospettive di guadagno diretto o indiretto avrebbe la classe medica in termini di assunzioni o profitti per la malattia, nel settore pubblico quanto privato? Ecco perché il mondo professionale dei medici ha accolto in maggioranza a braccia aperte un obbligo vaccinale indiscriminato con vaccini prodotti da privati, perseguitando chi in scienza e coscienza è contro. Sono gli stessi interessi per cui invece i penalisti rifiutano una legittima difesa che può funzionare, e in particolare lo dimostra l'Associazione Nazionale Magistrati (ANM) che lamenta con la nuova legge "pericolosi automatismi e restringe gli spazi di valutazione dei magistrati"(fonte Il Giornale). Forse da oggi non si presenterà più facilmente l'occasione per i giudici, su loro libera interpretazione, di condannare le vittime a risarcire i delinquenti per una reazione ai loro reati, e questo a quanto pare è sconveniente per una intera categoria.
Chissà invece quando arriverà il momento che si agitino anche le multinazionali del farmaco per gli stessi riscontri legislativi sui vaccini. Anche perché gli slogan da campagna elettorale non bastano più, e ci si gioca il voto in Europa.