=

Traduci

Cerca nel blog

M5S, Lega, Mattarella.. e adesso?

07 marzo 2018


L'esito delle elezioni politiche del 4 marzo rivela realtà sociali davvero singolari e apre scenari densi di adrenalina e curiosità.
Sono due le realtà di fatto da prendere in attenta considerazione, riassumibili con due fotografie:

- l'Italia divisa (più che unita) per preferenze alle singole coalizioni:



- l'Italia unita (più che divisa) per preferenze ai singoli partiti.


Le osservazioni da fare sono tante e le riflessioni in merito forse troppe. Andiamo per ordine.

In un paese democratico con una legge elettorale "sana"
, governerebbe il partito che ottiene più voti in assoluto, giacchè ogni partito corrisponde a un programma e il programma più votato deve essere realizzato dal governo scelto dai cittadini.
Ora il partito-programma più votato in assoluto sul larga scala nazionale e con enorme distacco dagli altri, è il MoVimento 5 Stelle (in giallo nelle foto). Seguono la Lega Nord primo partito in un'area ben circoscritta del Nord Italia (in blu), e il Partito Democratico primo partito in un'altrettanto confinata area dell'Italia centro-nord (in rosso). In base a una pura logica democratica, il Governo dovrebbe essere affidato ora interamente al M5S con opposizione degli altri partiti.

Purtroppo però l'Italia è un paese con una legge elettorale "insana", ossia di dubbia costituzionalità come quella attuale (emanata non a caso da un governo incostituzionale) che ammette coalizioni di partiti e loro larghe intese per formare un governo, per assurdo anche senza garanzie di governabilità. Principio questo antidemocratico perché contempla alleanze in seno a programmi tassativamente non allineati se non addirittura opposti (altrimenti non si sarebbe partiti differenti). Alleanze finalizzate esclusivamente al posto di potere, sotto copertura abusiva di non vincolo di mandato.
E' un abbaglio infatti considerare la coalizione una caratteristica tipica e necessaria della dialettica politica nelle democrazie rappresentative, giacchè nel momento in cui si considera di rappresentare finalità di governo (i programmi appunto) diverse o addirittura opposte in un'unica coalizione, si è già tradito in partenza l'aspettativa dell'elettorato (ecco perché si tratta di un abuso di non vincolo di mandato).

Soffermandoci invece sugli esiti delle coalizioni, emerge la dicotomia netta Nord-Sud della preferenza di voto degli Italiani. Al sud schiacciante consenso al M5S, al nord largo consenso alla coalizione di centrodestra (che circoscrive al centro alcune aree geografiche dove è riscontrato il consenso per il centrosinistra).
Emergono quindi i quadri più disparati sulle prossime ipotesi di Governo.
Non essendo stata toccata da nessun attore la soglia del 40% dei consensi per avere diritto alla governabilità diretta del paese, verrà vagliata dal Capo dello Stato Mattarella la fattibilità di intesa di governo tra le forze vincitrici, come partito e come coalizione, e quindi di nuovo M5S e Lega Nord (che ha nettamente prevalso nella coalizione di centrodestra).

Ma entriamo allora nello statuto e nei programmi di queste due formazioni per capire se ci può essere un'intesa di governo sulla carta. Ed entriamo anche nella loro storia per capire se tale intesa può esserci anche nei fatti oltre che sulla carta.
Ecco quali argomenti possono far la differenza per Mattarella ed elettori:


FEDERALISMO

Il federalismo potrebbe (e dovrebbe) essere il principale punto di incontro tra M5S e Lega. Ma mentre il MoVimento ha scelto tramite la propria base di essere a favore dell'autodeterminazione dei popoli, delle autonomie, e ben accoglierebbe una seria e vera riforma federale politica dell'Italia, la Lega Nord ha per statuto l'obiettivo di un'indipendenza vera e propria della Padania. E lo citiamo:

STATUTO DELLA LEGA NORD PER L’INDIPENDENZA DELLA PADANIA
Art. 1 - Finalità: “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania” (di seguito indicato come “Lega Nord”, “Lega Nord – Padania” o “Movimento”), è un movimento politico confederale costituito in forma di associazione non riconosciuta che ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana.

Va precisato che sul programma della Lega Nord compare la voce "autonomia e federalismo", ma non si parla di "indipendenza" (come lo avrebbe accolto altrimenti l'Unione Europea?).
Tuttavia come non sfruttare questa storica occasione per un governo che finalmente realizzi ciò che il M5S auspica e la Lega brama (o finge di bramare) da vent'anni senza mai averlo realizzato in diverse occasioni di governo?

RAPPORTI CON L'UE: euro 

Entrambe le formazioni esigono maggior flessibilità sui parametri di deficit da parte dell'UE; in caso contrario reputando opportuno un referendum che interroghi sull'uscita dell'euro, da attuare per via governativa in caso di consenso popolare affermativo.
Nonostante però questa comune visione strategica, la Lega accenna sul suo programma l'intenzione di revisionare i trattati con l'UE, mentre il M5S (come tra l'altro Forza Italia alleato della Lega) non contempla da programma alcuna fuoriuscita immediata, in quanto fiducioso di poter sottostare ai limiti di deficit europei sostanzialmente attuando un buon governo delle risorse economiche italiane (anche eliminando gli sprechi in cui la Lega e Forza Italia hanno concorso negli ultimi 20 anni).


RAPPORTI CON L'UE: immigrazione

Altro punto comune è la politica sull'immigrazione finalizzata a frenare e regolamentare i flussi attuali. Mentre però la Lega non accenna sul programma di rivalutare i trattati europei attuali (firmati da lei stessa nei precedenti governi), il M5S richiama nero su bianco a tale proposito la cooperazione internazionale per ritrattare i rimpatri.

LEGGE FORNERO

Comune visione tra Lega e M5S sul caso di superare le soglie imposte dalla legge Fornero in termini di limiti di età e retribuzioni minime.


VACCINI

Non si accenna al delicato e scottante tema dell'obbligo vaccinale su entrambi i programmi, ma è ormai assodato vista la votazione negativa verso la legge Lorenzin e tutto ciò che ne è seguito, che Lega Nord e M5S non contemplano il carattere obbligatorio delle vaccinazioni qualora ingiustificato (come nel caso dell'estensione prevista dal decreto Lorenzin).

Quali sono ora invece i punti che probabilmente impediranno un governo di intesa M5S-Lega?

COERENTE  INSOFFERENZA

Come affermato in tutta la campagna elettorale e riaffermato in conferenza stampa post elezioni, Salvini non dimostra alcuna disponibilità a governi di larghe intese con altre forze politiche se non quelle della coalizione. La regia quindi di Berlusconi, fervido nemico del M5S, ostacolerebbe ogni trattativa tra Lega e M5S per un'intesa anche solo di un governo di scopo per la riformare la legge elettorale e tornare al voto.
Il M5S invece non ha mai negato possibilità di alleanze purché si instaurino su certe e garantite convergenze di programma politico.

REDDITO DI CITTADINANZA vs SALARIO MINIMO

Il reddito di cittadinanza, pilastro del programma del M5S, risulta quanto di più abominevole per l'elettorato leghista che ha il culto del lavoro umano inteso nel senso classico del termine, e che è incapace di rivalutare alla luce della disoccupazione di massa indotta dal progresso tecnologico informatizzato e automatico. Il reddito di cittadinanza con la riqualificazione della qualità di vita dei lavoratori e con la riformulazione dell'impiego pubblico e privato tramite le agenzie interinali cui è interconnesso, spaventa oltre ogni limite l'immaginario dell'imprenditoria del nord Italia, che si prefigura un auto-licenziamento in blocco di migliaia di lavoratori, i quali abbraccerebbero di gran lunga un reddito di cittadinanza associato a lavori che migliorano la qualità di vita, al posto dei lavori attuali, magari deprimenti o alienanti, o magari semplicemente fatti di ritmi proibitivi per una vita di qualità in cambio di stipendi di poco superiori al reddito di cittadinanza.
Per questo motivo il programma leghista in ambito lavoro non si esprime oltre un salario minimo.

TAGLIO A PRIVILEGI, STIPENDI PARLAMENTARI, FINANZIAMENTO AI PARTITI

Il M5S ha dimostrato in cinque anni di opposizione parlamentare che si può fare politica non solo eliminando gli sprechi delle istituzioni pubbliche di ogni livello, ma anche tagliando stipendi parlamentari e finanziamento pubblico ai partiti. Manovre che puntualmente la Lega da sempre disattende, non da ultimo quando è stato il momento di approvare le proposte di legge in tal senso del M5S nella legislatura appena passata.

Insomma, valutato tutto ciò, pare che il leader leghista Matteo Salvini sia in una situazione assai critica per l'imbarazzante scelta che si trova a compiere: rimanere aggrappato al sistema casta che la Lega abbraccia da vent'anni in quanto incapace come gli altri partiti di sopravvivere di esclusivo autofinanziamento come fa il M5S? oppure attuare la rivoluzione attesa dal suo elettorato da altrettanti vent'anni (ossia fin dall'inizio) con la lotta alla corruzione, agli sprechi e con una sana riforma federale dell'Italia?

E' evidente che sarà più probabile per loro optare per la prima via: difficile che il lupo perda il vizio di vent'anni dentro la casta, così, di punto in bianco, in modo tra l'altro inaspettato non essendo stato programmato da Salvini un sorpasso su Berlusconi tale da ritrovarsi con responsabilità quasi esclusive.
Ma è pure consapevole il leader verde che se non coglierà la sfida della seconda opzione alle prossime elezioni la Lega rischierà il baratro perdendo gran parte dell'elettorato (come già sperimentato alle Europee 2014).

Infine è da prendere in considerazione anche il ruolo e le scelte del Capo dello Stato Mattarella, che con ogni probabilità opterà per far rientrare in gioco anche lo sconquassato centro-sinistra. Se non altro per rendere il favore a quella forza politica che lo ha eletto in carica. Va ricordato che Mattarella è stato nominato da un parlamento incostituzionale, e una volta in carica invece di invertire la rotta dell'incostituzionale Napolitano-bis sciogliendo le camere, ha proseguito dritto. In pratica una pedina del "sistema casta" che difficilmente tradirà il proprio mandato politico, finora dimostratosi pro- "sistema casta".
A meno che non emerga il suo lato umano da persona che ha toccato con mano le tragedie della Trattativa Stato-Mafia (emanazione del sistema casta), essendo egli fratello di una vittima di omicidi di Stato. Ecco quel lato umano potrebbe benissimo tradire il sistema casta che probabilmente lo ha scelto in virtù della sua vulnerabilità emotiva proprio perché uomo già fortemente toccato dall'artiglio della Trattativa, mai cessata. Vulnerabilità che traspare in modo evidente dalla sua personalità timida e sottomessa, quasi il Don Abbondio perfetto per il clima corrotto ed ipocrita dell'attuale politica italiana, quasi una sorta di pestilente '600 italiano.
Forse la soluzione più comoda e meno compromettente per il suo ruolo, ma anche una giusta soluzione, sarebbe mandare nel più breve tempo possibile Lega e M5S a una sorta di ballottaggio, con o senza nuova legge elettorale.
Se Mattarella sarà all'altezza della situazione, anche proteggendo dalle pressioni di Bruxelles i diritti del popolo italiano che esige un governo solido e serio dopo queste partecipatissima tornata elettorale, lo si vedrà a breve.


Alessandro Di Battista (M5S) SMONTARE LA LEGA IN 5 MINUTI

9 marzo 2015