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Mode digital native in mano ai boomer delle istituzioni

 5 maggio 2025

La perplessità di Torella sulle recenti foto di Trump, la condivido. Ma pure me le spiego, con tutto il beneficio del dubbio.

Innanzitutto penso che chi è un uomo d'affari di quel tenore, a prescindere, non ha il senso della realtà che hanno i comuni mortali. Nel bene e nel male.

Ma oso pure supporre oltre.

Io ero ancora ventenne quando comparvero i social (2005-2010), ed avevo confidenza con video e foto editing per altri interessi artistici amatoriali.

Ricordo che la prima cosa che istintivamente veniva voglia di fare, per divertirsi creativamente prendendosi gioco della realtà stessa che si viveva, era modificare foto di personaggi famosi o situazioni attuali, mettendoci il proprio volto o il volto di amici.

Allora ero attivista politico, allora ero libero professionista, allora ero ancora praticante religioso (non più fervente, forse già decadente)... Ebbene non c'era situazione nelle nostre cerchie che risparmiavamo da questo divertimento creativo.

Oggi abbiamo vecchie (fisiologicamente, senza offesa) generazioni che stanno facendo confidenza con intelligenze artificiali, e non mi stupisco di questa attualità. 

Certo che il fenomeno oggi coinvolga pure gli alti livelli istituzionali fa riflettere. Deve fare riflettere. Come minimo questo significa che hanno ben presente che in questo atteggiamento si sta riflettendo la maggior parte dell'elettorato.

Detto ciò, personalmente io preferisco un'istituzione che fa ironia su se stessa in modo anticonformista, piuttosto che un'istituzione impeccabilmente conforme alle proprie tradizionali ipocrisie. 

#SiSalviChiPuò #AguriUmanità


Fonte foto 

https://www.facebook.com/share/p/1EnkH2g8Xh/



Monetizzare sui social: il dilemma degli influencer puri

 4 maggio 2025

,, Se il denaro è lo sterco del diavolo, e si vende l'anima al diavolo, allora è come cedere l'anima in cambio di sterco.


Scherzi a parte, io sono dell'idea che pubblicità nel portale e monetizzazione dei profili sono l'operazione di conversione dell'informazione attiva del social network ("lavoro di rete sociale") in informazione passiva (ovvero tv-radio-giornali).


Usare l'informazione libera di internet con le logiche dell'economia della finanza, significa rendere corruttibile l'informazione.


Ciò dovrebbe far riflettere anche sul fatto che se i social sono stati lanciati da grandi investimenti privati (di cui i vari Zuckerberg sono solo amministratori delegati cui è stata finanziata un'idea avuta da tanti prima di loro, destinati all'oblio: vedi community di digilander) è perché il rischio era che i social diventassero in partenza un'entità pubblica di sovranità popolare.


Sarebbe stata la fine del capitalismo privato, la fine della democrazia rappresentativa, scalzata da una democrazia diretta (che regge su una struttura fac-simile dei social) e un'economia "basata sulle risorse".


Speriamo che la sua posizione sia sempre più condivisa caro Elio Lannutti , perché allora significherà magari che la mia visione si è rivelata scienza politica 😅 ,,


#AncheOggiNonHoVissutoInvano


Fonte foto

https://www.facebook.com/share/p/19mgyt2emr/



La caccia delle pitture rupestri (immagina...puoi)

 1 maggio 2025


- Papozzo. Che peccato però cacciare e sfruttare l'ambiente. A me non sembra bello...


- Ma sfruttare non si deve intendere come rovinare, sprecare. Se si usa una cosa, si sfrutta portando rispetto, quanto ne serve, quando serve, senza sporcare con cose velenose, non si fa del male all'ambiente.

Poi secondo me abbiamo solo un'idea di quello che accadeva con la caccia. Immaginiamo oggi sia andata così, ma magari è stato un po' diverso. 


- Ma guarda che ci sono i dipinti delle caverne che mostrano come facevano...


- Certo. Ma anche quella è solo un'idea di quello che cercavano di fare, non è detto che è proprio quello che facevano. Come oggi che facciamo i cartoni animati che mostrano la nostra fantasia, e immaginiamo che può essere la realtà.


- Ma allora non andavano così a caccia? Non sfruttavano gli animali?


- Altroché se andavano a caccia. Ma sai secondo me cosa gli conveniva fare? Osservare i branchi di animali, e appena uno lo vedevano morire, di vecchiaia o perché si era fatto male correndo, lo macellavano. 

Secondo me ne trovavano così tanti, ma così tanti, che le armi le costruivano più per lottare contro gli altri predatori che facevano anche loro così, che non per uccidere animali sani.


Anche perché sai che fatica cacciare animali giovani, sani, forti, veloci? Secondo me non aveva tanto senso rischiare di morire per mangiare. Tanto nelle mandrie selvatiche di erbivori nelle grandi praterie ci sono a volte centinaia, migliaia di animali che si spostano. Figurarsi quante prede trovavano morte.


- Ma allora le scene di caccia? Perché disegnarle?


- Perché come anche a te, come a tutti, piace disegnare cose che sembrano belle, importanti, utili, così facevano anche loro.

Oggi ci sono i supereroi che volano. Allora c'erano quelli che cacciavano. Secondo me è così. Mi piace pensare così...


[...e così le ho detto aiutando a fare i compiti mia figlia qualche giorno fa, e così ora pure ve lo scrivo. Questa mia personale interpretazione della preistoria è partita 30 anni fa guardando Balla coi lupi, dalle scene di pascoli di bisonti, riprodotte con fotomontaggi alias intelligenza artificiale, decimati a milioni in pochi secoli per pure speculazioni finanziarie, alias intelligenza umana. Poi sicuro, è servita una laurea in medicina veterinaria e attraversare qualche decennio di crisi finanziarie globali per unire certi puntini e chiudere certi cerchi. Tutte attività che calzano a pennello con la mente aperta dei bambini seguiti per i compiti alle elementari. Non ho vissuto invano neanche ieri insomma. Forse neppure negli ultimi 30 anni. Ora spero che l'algoritmo prenda questo post, e lo sappia sfruttare bene per prendere un bel voto con la classe dirigente dell'ambiente. A modo mio, dipingo anche io].

#AdAstraPerAspera