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2024. Mercatini musicali in crisi. Effetto collaterale pandemico?

17 ottobre 2024

Questa me la incornicio. 
Mercatini di strumenti musicali in crisi. Ma è solo un effetto collaterale, a mio avviso, della musica dal vivo locale in crisi dei poveri cristi dilettanti appassionati.

A sua volta effetto collaterale del colpo di grazia dato ai gestori di locali dopo la pandemia.

Nessun PNRR, nessun Ricovery Fund, nessuna Uniona Europea restituirà all'Italia ciò che le è stato tolto mese dopo mese, anno dopo anno, decennio dopo decennio.

Personalmente, ho una sola preghiera. Che le bombe che hanno venduto gli artefici di questa deriva per massacrare gli altri, siano così sagge e intelligenti da girarsi contro prima o poi e centrare il loro civico.

#NessunaCorrelazione 
#MusicaMaestro
#AndràTuttoBene

RIP Sammy Basso. Ora non sorriderò da solo

14 ottobre 2024

Ciao Sammy. Ti saluto dal mio profilo social ora, così, con una provocazione che magari può suonare fuori luogo, ma se la oso è perché sono convinto che tu l'avresti capita, e apprezzata.

Perché sei stato una persona saggia, profonda, acuta, ironica.
Soprattutto alla ricerca di una verità che non si capisce: si sente.

Sai cosa ti dico Sam? Che sono pronto a scommettere che se tra milioni di anni ci sarà ancora l'umanità e qualche genio troverà il tuo scheletro fossilizzato, penserà che sei stato un extraterrestre.

Questa umanità che dovrebbe fare tesoro delle tue parole per imparare a scorgere #Dio ovunque nel Creato, nella vita, nella morte, nella salute, nella malattia, nel visibile, nell'invisibile, nel terrestre, nell'extraterrestre... darebbe un senso distorto solo alla tua forma esteriore. Anche tra milioni di anni.

Ecco ora penserò a te che sorridi da lassù insieme a me quaggiù quando leggerò certe genialità di questa umanità. Che avrebbe tanto bisogno della tua saggezza ancora. Del tuo acume. Dalla tua profondità. Della tua ironia.

Sarebbe stato bello conoscerti Sammy Basso. Riposa in pace. A rivederci tra le stelle.

Venezia vale. Un conto veloce e un paio di provocazioni

 12 ottobre 2024

,,La città storica ha meno di 50 mila abitanti e accoglie ogni giorno centomila persone. Il sovraffollamento ha bruciato tutte le previsioni. Ma vale 3,7 miliardi di euro l’anno ,,

Vale. Venezia vale. 

Arte, fascino, storia, gioia...vale tutto ciò, "tradotto" in quattrini è una montagna di denaro.

Ora un conto rapido, e una rapida provocazione. Anzi due.

Il conto è che 3,7 mld diviso 50 mila abitanti sono 74 mila euro all'anno ad abitante. 

Prima provocazione: se fossi un cittadino di Venezia e mi dicessero che non devo tirar fuori neppure una lira per qualsiasi servizio necessario all'esistenza a Venezia (imu, utenze domestiche, affitto, trasporti, imposte, bolli...) nel 2024 mi accontenterei anche di 15 mila euro l'anno: il disavanzo utile per l'amministrazione rimane di 2,95 miliardi. Troppo pochi per mettere alla prova l'onestà di Casa Doge?

Seconda provocazione. Se in 7 millardi di persone potessimo tutti prima o poi visitare almeno una volta nella vita Venezia, Venezia sparisce. 

E se rendessimo ogni angolo del Pianeta un posto colmo di arte, fascino, storia, gioia... così da non dover per forza andare a vederle altrove?

Assurdità. Faranno prima a decimarci.


Fonte foto

,,Troppi allarmismi inascoltati, Venezia schiacciata dalla pressione turistica,, 

 https://nuovavenezia.gelocal.it/regione/2024/10/09/news/overtourism_venezia_schiacciata_pressione_turistica-14702651/

Come non detto dieci anni dopo. Ciao David...

 11 ottobre 2024

Triste notizia quella di una giovane adolescente, in un istituto del mio paese di origine, che a scuola si è tolta la vita.

Triste purtroppo anche leggere gli articoli di cronaca puntare il dito sui social. 

A una situazione che già lascia senza parole, c'è da rimanere senza pensieri pur di non visualizzare chi cerca alibi e capri espiatori sulle responsabilità civiche, sociali, economiche di questa sempre viva crisi di valori che permea ogni aspetto della società.

Di cui la tecnologia è parte. Non il contrario.

Non so il nome di questa povera ragazza. Ma ricordo David. Dieci anni fa. Ma bisognerebbe ricordarli tutti. E sono tanti. Da sempre.

https://www.facebook.com/share/p/kh5DFEyeTTaxwxrL/

Bisognerebbe ricordarli bene, perché non si ripeta.

Allora io faccio la mia parte, qui, su un social. Ricordo David. E rinnovo le mie preghiere per lui. Per lei. Per tutti loro.  

Per noi forse non ho più il coraggio.

fonte foto

https://www.facebook.com/share/p/kh5DFEyeTTaxwxrL/


Quadruplo cognome come dignità storica dell'individuo. Una provocazione civica.

01 ottobre 2024

Colgo l'assist offerto dagli haters sguinzagliati dall'algoritmo in un post di qualche mese fa, per una stuzzicante riflessione sull'importanza dei nomi e dei cognomi.
Sembra un argomento secondario e banale, invece può essere occasione a mio avviso di notevole evoluzione della coscienza civica collettiva. 
Lascio da cornice le farneticazioni IA sul contesto da cui nasce l'incipit, a dimostrazione che non tutto il male viene per nuocere (link fonte in calce).





La grande ispirazione viene da quello "sfilza di nomi che si attribuisce a titolo di casata". 
Grazie caro pio hater, ma no: sono solo il mio primo nome di battesimo integrato a quello anagrafico, che precedono i miei cognomi paterno e materno.
Nessuna casata aristocratica, anzi direi modeste origini. Ammetto però che Giulio Antonio mi farebbe gagliardo se fossimo nella Roma Imperiale. Ma nacqui nell'anno LXXX dell'ultimo secolo del millennio scorso... non proprio a ridosso dei Cesari. Tra l'altro in una cittadina medioevale squisito simbolo di quell'impero decaduto, segnata forse più dalla mentalità longobarda che bizantina. O almeno così mi sembra nella sostanza, scavando nelle apparenze.
In veste di autore a tempo perso fin dalla giovane età di poesie e canzoni e poi blog e libri, mi sono fatto molte domande sull'importanza del nome con cui ci si firma, ci si presenta, anche nelle vetrine social. Ed ho sempre trovato una bella sfida cercare una congruenza tra fantasia e realtà, nomi d'arte e nomi anagrafici.

Ma se per me oggi vale la pena evidenziare questo commento e approfondire la questione, è la relativamente recente concessione alla nascita del doppio cognome paterno e materno.
Abbiamo sentito molto vicina la questione quando nacque mia figlia in concomitanza di questa novità legale, e c'era volontà condivisa tra genitori di integrare i cognomi.

Ora a qualcuno può sembrare una forzatura, per me invece si dovrebbe andare anche oltre. A costo di sembrare esageratamente oltre. Perché c'è in gioco la storia delle famiglie che determinano il presente e il futuro di una nuova persona.

A mio avviso dunque, fin dalla nascita, a determinare pienamente quell'individuo si dovrebbe partire dal segno che contraddistingue il suo passato: i cognomi dei genitori e dei nonni.
Secondo me il cognome ideale, per una sorta di diritto a una dignità storica della persona, dovrebbe riportare i cognomi di tutti i nonni (che comprendono ovviamente anche quello dei genitori).

E non solo. Userei un criterio ben preciso nell'elencazione dei quattro cognomi: precedenza ai cognomi dei nonni dello stesso sesso biologico del nascituro.
Quindi per il maschio: nonno paterno- nonno materno- nonna paterna- nonna materna
Per la femmina risulta lo stesso ordine ma invertito: nonna materna- nonna paterna- nonno materno- nonno paterno.

Questo criterio a mio avviso ha duplice utilità. Fugare ogni competizione tra padri e madri se anteporre prima uno o l'altro cognome, oggi a discrezione della singola coppia.
Ma soprattutto responsabilizzare moralmente i genitori sull'identità di genere dell'individuo, con priorità a chi ha lo stesso sesso dei nascituri.

Qui si va al punto focale della riflessione: per quanto a formare una personalità moralmente matura concorre l'equilibrio di entrambi i genitori, presumibilmente per evidenti istinti e inclinazioni il segno lasciato dal genitore dello stesso sesso è maggiore. E' una questione di imprinting, è una questione etologica, è una questione scientifica.
Ebbene in un'epoca con la moda della cancel-culture, con la morale sepolta e i criteri scientifici distorti in ogni ambito, dall'ecologia all'identità di genere, rinfrescare il valore del nome e cognome dell'individuo come punti di riferimento esistenziale, non è cosa trascurabile. 

In passato se un figlio o una figlia diventavano una personalità encomiabile o poco di buono, ci si appellava al solo cognome paterno. Causando spesso ansie e timori prevenuti, a loro volta causa magari di metodi educativi distorti. Oltre che rivalse e conflitti tra genitori in competizione a causa di una discriminazione in partenza. 

Il doppio cognome sono sicuro supererà questi disagi psico-sociali, ma può diventare addirittura opportunità per rendere onore alla memoria non di due famiglie coinvolte, ma quattro. Di nuovo per l'evidenza scientifica dell'incidenza che i nonni hanno nella formazione dei nipoti, oltre all'evidenza scientifica di rappresentarli per un quarto del loro genotipo.
Responsabilizzarli richiamando un'ufficialità dei loro cognomi sul nome dei nipoti potrebbe essere un ottimo stimolo. Sia per non far dimenticare loro di esser stati figli anche loro, senza ritenersi dei "primum movens". Sia per far ricordare loro che sui nipoti non possono permettersi qualsiasi azione che tanto ogni responsabilità ricade sui primi genitori (alias i loro figli).

PS. Col mio criterio il mio cognome risulterebbe Brianza Troisi Realdon Conte.
Non sarebbe stato male però Conte Realdon per la gioia degli haters.

PPS. Che per alimentare la mia ipertrofia avrei chiesto licenza di un Conte Real Don (che anteposto a Giulio Antonio suona proprio sfizioso).

PPPS. I cognomi dei nonni attualmente non permessi potrebbero essere legalmente inseriti tuttavia in successione al nome anagrafico. Nessuno lo vieta. E rimarrebbe tuttavia a discrezione di ciascuno scegliere quali avere nell'obbligo di firma, pur avendoli così tutti presenti, i propri nonni, nei propri documenti ufficiali. 

Fonte commenti in foto

StrayCats.Life e le contraddizioni tra sacro e profano

 01 ottobre 2024

Seguo StrayCats.Life da forse un anno o due, per quel che possa voler dire "seguire" su un social: una pagina che "piace e seguo", ma non sono tra quei feed che si contano sulle dita di una mano che quotidianamente apro (e che magari neppure "piace e seguo" talvolta).

Però questo particolare lo incornicio.


A distanza di poche ore hanno pubblicato un video molto criticato dove visitano un duomo in abiti poco consoni a luoghi sacri, e successivamente una foto in abiti elegantissimi assai decorosi e garbati (la loro prima cena di gala, dicono).

Ora. Io non so se sia una geniale trovata per creare dibattito (quindi seguito), oppure se sono adepti di un ateismo reazionario, oppure un copione prestabilito in linea con il catechismo dissonante anticristiano tipico degli influencer occidentali, oppure una semplice casualità. 

Fatto è che sono coincidenze molto curiose. Che fanno riflettere più che mai osservando le reazioni di chi li segue.

Belli, bravi, e interessanti. Non cambia la mia idea su di loro. Da stasera semplicemente anche loro un fenomeno sociologico curioso, come tutti gli altri loro colleghi. 


,, Vi ammiro e vi stimo, spesso pure invidio, ma una moschea o un tempio buddhista vestiti così vi sfido a visitarle ,, (in commento)


Fonti foto:

https://www.facebook.com/share/v/p6HWiYZWdDCXK5L1/

https://www.facebook.com/share/p/2nqXAsVSXnHpbDWy/