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IL DIVERSO. A scuola di apatia, depressione e schizofrenia.


19 novembre 2017

Micidiale la deriva della propedeutica occidentale che emerge da questo racconto. In un colpo solo si vuole rendere apatici verso la sofferenza animale, deprimere ogni tentativo di empatia verso la variabilità naturale, e portare a conclusioni schizofreniche invertendo il vero col falso. In altre parole come distruggere l'intelligenza emotiva collettiva (sindrome ADS). I messaggi subliminali iniettati con questo racconto sono molteplici. Innanzitutto si vuole legittimare l'essere umano ad abusare degli animali per i propri banali capricci. Inoltre il pretesto degli animali è solo un veicolo per dimostrare fatti che in natura non si osservano (cani che succhiano latte alle gatte) o che se mai si osservassero sono eccezioni e in quanto tali, per definizione statistica, deviazioni estreme dalla normalità.



L'ambientazione di questo racconto non è surreale tipica delle favole. L'ambientazione è realistica e non a caso. Si vuole propinare di proposito una realtà fittizia e farla passare per realtà vera. Si racconta una realtà "falsa" per farla passare per "normale". Una pura mistificazione della realtà per bypassare a tavolino proprio il concetto di "normalità" e sostituirlo nell'inconscio con quello di "diverso". L'inganno sta nel fatto che la normalità in natura esiste tanto quanto la diversità ma non possono essere sostituite l'una con l'altra, perché sono concetti distinti. Il vero scopo di questo giochetto è togliersi proprio il problema di discutere "l'anormalità" che affianca "la normalità", facendo intendere che "il diverso" sostituisce ogni distinzione.
Il finale del racconto infine è una lezione magistrale di sofisma alla luce di quanto è narrato prima: si inserisce il colore della pelle come pretesto  per rinforzare la falsità precedente spacciata per vera, associandola a una verità etica invece consolidata (ossia che è sbagliato discriminare per il colore della pelle). Poiché sono i finali dei racconti a dettare la morale di tutta la narrazione, nel finale si usa una situazione specifica del tutto sconnessa con il quadro generico fino a quel momento raccontato per giustificarlo a livello inconscio, e deviare "l'imperativo morale".
Il vero scopo di questo racconto quindi è indurre lo spirito critico infantile al "relativismo" (tutto è diverso: non esiste la normalità né la deviazione dalla normalità),  e alla supremazia umana sulla natura che la può schiacciareper i propri comodi.
Questo racconto indurrà lo spirito critico di questi bambini, da adulti, a legittimare come normale l'aborto o la sperimentazione embrionale (gattini fatti sparire), nonché utero in affitto e adozioni "deviate dalla norma" (cani che succhiano latte alle gatte).

Sarà la Storia a dimostrare se sarà più imponente il genocidio in vivo fatto da propagande come quella nazista che hanno mistificato in senso estremo il concetto di diverso, o il genocidio in vitro fatto da propagande come queste (gender?) che lo sta mistificando nel senso opposto. Certo come sempre nella Storia sarà chi difende la natura e lo studio scientifico delle sue verità a contrastare ogni estremismo, per amore della normalità.