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I sommersi e i salvati... tra morbillo e tachipirina

21 gennaio 2018

Bisogna ringraziare la straordinaria testimonianza di questi protagonisti del quadro sanitario italiano contemporaneo.
Da una parte il medico esperto per eccellenza del protocollo terapeutico convenzionale che mira ad andare contro la malattia, talmente contro da annientare insieme anche il sistema immunitario del paziente deprimendolo con uso cronico e massiccio di farmaci ad azione anti-infiammatoria (l'infiammazione, ricordiamolo, è un processo di difesa dell'organismo che non va confuso con l'infezione). Dall'altra il paziente, vittima ignara di uno stile di vita educato all'annientamento di ogni valore salutistico, affettivo (verso sé prima ancora che verso gli altri) e ambientale al punto tale da sacrificare ognuno di questi valori in nome del lavoro, ossia del reddito, ossia del denaro.

Entrambi protagonisti dunque, medico e paziente, di un quadro sociale voluto e desiderato da una politica schiava della finanza, unica responsabile di questa deriva esistenziale dell'uomo contemporaneo. Deriva totale, fino ad inglobare il significato stesso del metodo scientifico al fine di mistificarlo adattandolo alle proprie esigenze.

La Storia è solita ripetersi, salvo dimostrarsi però, alla fine dei suoi percorsi, anche un viaggio evolutivo verso qualcosa di migliore. Ci saranno ancora dei sommersi e dei salvati anche alla fine di questo percorso. La differenza tra gli uni e gli altri non la farà l'informazione, oggi a disposizione di tutti, ma il loro spirito critico, la loro voglia di pensare in modo nuovo ciò che da sempre si osserva, e l'esigenza di cambiare.
I virus circoleranno sempre. Dentro e fuori i vaccini. A ognuno la propria scelta di finire tra i sommersi o i salvati.