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Sieropositivi ma sani (il ritorno). Virus non bastano più, scomodano i tumori

 09 novembre 2020

E d'improvviso il genio del San Raffaele Srl del San Donato Spa.
Mi attendevo un approfondimento di certe chicche dal lontano 12 febbraio 2020 (altra epoca storica quasi, al confine tra pre-covid post-covid).
Chi gliele manda a dire ci ha messo NOVE (9) MESI per meditare e promulgare. Son tanti caspita. Nasce un essere umano nel frattempo. 

A febbraio riflettendo sui concetti di "sieropositivo e sano" della propaganda mediatica dei colossi della medicina privata (San Donato Spa - 1,6 miliardi di fatturato nel 2018  secondo wikipedia a marzo 2020) trovai quegli slogan un'ottima opportunità per riflettere sul concetto di sano in chiave di malattie infettive. 


Nove mesi dopo sono andati oltre, scomodando i tumori per fare i parallelismi perché evidentemente solo i virus non bastano più:

"Asintomatico significa senza sintomi, il che in numerose condizioni cliniche non significa per niente non essere malati. I tumori – anche i più mortali – nelle fasi iniziali non danno sintomi, lo stesso vale per l’Aids per molti anni. Queste persone, pur essendo asintomatiche, se si sottopongono a esami clinici possono scoprire di essere gravemente malate, cosa importante da sapere perché se non si cureranno andranno incontro a una morte certa (o quasi), e il fatto di non avere sintomi è parte del problema”.

E ancora:

“Molte persone infettate dal coronavirus non hanno effettivamente sintomi, ma questo non vuole dire che siano sane... Una porzione molto grande di persone, sebbene colpite da un’infezione silente e senza sintomi, internamente stanno subendo colpi all’interno del loro corpo di cui neanche sono a conoscenza’”.

Il resto della recita lo rimando all'articolo che merita attenzione, perché è il solito capolavoro di sofismo farsa-scientifico.

Mi soffermo solo sui tumori ora perché è una opportunità qui offerta "dai nostri" per avanzare una presa di coscienza collettiva su dove siamo, cosa ci stanno facendo fare, e cosa invece possiamo ancora scegliere di fare, a partire dalla nostra salute.

Forse sono pure la chiave di previsione del prossimo scoop mediatico che lanceranno tra quanti mesi non si sa (sono molto impegnati dopotutto a sopravvivere anche loro). 

Cellule metastatiche tumorali si formano ogni sacrosanto istante nel nostro corpo. In ogni tessuto. Dove più dove meno. Sono normale amministrazione la formazione di cellule tumorali nel corpo animale, e c'è un formidabile comparto del sistema immunitario sviluppato per monitorare tutta la situazione ed evitare che il fenomeno degeneri. Perché tra le infinite divisioni cellulari ogni cellula di ogni tessuto (dove più dove meno) capita che qualche difetto genetico (DNA) di divisione sfugga e prenda la piega "tumorale" (benigna o maligna). Ma in un corpo sano ("di una mente sana") tutto viene controllato e non si innesca nessuna patologia.

Più avanza l'età, più è facile che avvengano divisioni cellulari anomale e più il nostro sistema immunitario invecchiando fatica a far fronte alla pulizia interna. E ci si ammala di più. E si muore. Perché la natura con la vita è così. 

Quel che non sentirete mai dalle recite della medicina privata, è che questo processo è indotto anche da alimentazione scorretta, sostanze inquinanti, abuso di alcool, fumo e droghe, uso improprio di farmaci (che sono droghe) e oggi più che mai l'iniezione di vaccini ingegnerizzati che agiscono perfino direttamente sul DNA (per stravolgerlo che è semplicissimo, dubito per manipolarlo come dicono di essere in grado di fare).

Però è già una grande occasione questa appunto per rendersi conto di cosa significa essere ammalati ed essere sani.
Vediamo tra quanto arriviamo a parlare di dove si trova il confine tra fisiologia e patologia. Ancora più in là tra malessere e benessere. Ancora più in là tra normale e deviazione dalla norma.

Personalmente tutto questo l'ho affrontato in una tesi di medicina integrata nel 2008. Era l'anno pure in cui è comparso Facebook in Italia. Dodici anni per arrivare a discuterne in un confronto con i colossi della medicina privata, e bisognava passare per il palcoscenico di una pandemia e i suoi attori. A che ora è la fine del mondo?