=

Traduci

Cerca nel blog

Educazione parentale con la briscola in famiglia

 09 dicembre 2025

#Briscola in famiglia, prefestivo 8 dicembre 2025. 

Io, 45 anni, con mia figlia di nove, contro nipote ventenne e nonna settantenne: scontro titanico tra 4 generazioni, terreno assai impervio se si vuole usare la briscola a scopi di #EducazioneParentale 🙌😁


Riesco per tre partite a giocare contando i punti nostri e degli avversari. La sorte ci agevola, e vinciamo 3 a 0. 

La nonna boomer pugliese-doc non ci sta, snobba la strategia dei rampolli, e pretende di proseguire fino a chi ha la meglio su cinque.

Chiedo alla marmocchia se se la sente, perché giocare troppo non fa bene. "Sì sì, non sono stanca, continuiamo pure", con l'espressione snob da gen-alfa, e di chi sul 3-0 vede il cosmo con allegata l'eternità ai propri piedi.

"Guarda che potrebbe essere che da 3 a 0 perdiamo 3 a 5. Perché nessuno sa come gira la fortuna". "No no, continuiamo". 


La nipote universitaria gen-Z sorprende presto lo zio avversario gen-Xy (io), capisce che contare i punti giocando fa la differenza, e prova. 

Ma non è abituata, dopo un po' è stravolta per lo sforzo ma anche per il trucco appreso: ne ha capito la stravolgente utilità. 

Grande trofeo di educazione parentale in approccio #PeerToPeer 😎🙌


Ma contare i punti comincia ad essere molto difficoltoso per chiunque se non ci si prende una pausa dopo due-tre partite post-prandiali. E proseguendo la sorte ci dimostra la propria natura altalenante (la fortuna, come il tempo, "è una ruota che gira"): 3-0, 3-2, 4-2, 4-4.


Tosta arriva dunque"la bella" per i 5 punti. Tensione inter-generazionale globale alle stelle. 


A poche mani dall'inizio mi ritrovo con il 3 di briscola. Ma la mia coppia continua a perdere punti su punti.


A tre quarti partita circa pesco pure l'asso di briscola. 

Mia figlia un po' preoccupata perché non prendiamo mai, pur avvisandola che ho briscole importanti. 


"Non sono questi i punti che voglio" rimarco 😁 sorridendo con enorme disagio 🙉

Cominciano a cadere carichi, mia figlia dà per scontato che prendo. Io ci penso un attimo. Quanti carichi rimarranno? E decido di non prendere.


Mia figlia, con la serietà di un pubblico ministero che interroga un testimone inattendibile, mi fa: "Papà. Dimmi quanti punti hanno loro". 

E rispondo serio, in volto cupo che più cupo non si può: "Mai dirlo! Ma non preoccuparti di quanti punti hanno loro, guarda quanti punti abbiamo noi. Quanti punti abbiamo?"

Lei mi guarda demoralizzata e rassegnata: abbiamo zero carte dalla nostra parte.


Cade un altro carico. Mi mordo labbra, milza, e un sopracciglio. Mia figlia mi guarda esterrefatta, sudo freddo, e lascio andare un altro carico. Cerco di mostrarmi fiducioso e sereno. Non so come. Forse abbracciando l'allucinazione di credermi per un attimo Marlon Brando che bleffa giocando contro Steve McQueen.


"Non sono questi i punti che voglio" ribadisco con sorriso beffardo e tono della voce oscillante tra il gorilla e il cacatua 👀


"Papà posso fidarmi di te?", sospira mia figlia facendomi la domanda che ogni genitore sogna di sentirsi fare quando pensa di avere massime certezze sui massimi sistemi... 😎

Ma non certo giocando a briscola! Per cui rispondo con un simpatico e chiaro: "No!" 😅


Rispondo così innanzitutto perché le avrei spiegato poi che quando si gioca d'azzardo non vi è alcuna certezza, per quanto una strategia possa sembrare vincente. 


Ma rispondere così è stato pure una buona sorte: fatalità ha fatto credere agli avversari che io bleffassi sulle mie briscole alte, facendoli andare a pesca e lasciandoci qualche punto prezioso.


Arriva ormai l'ultima mano con 20 punti in 4 carte prese. Degli avversari sommariamente contati 50 scarsi.


Ci scambiamo le carte. Mia figlia rassegnata ad una sconfitta schiacciante. Io vedo le sue carte con carico e una piccola briscola, sorrido esclamando "dai che forse abbiamo vinto!". Sempre in balia delle allucinazioni teatrali.


Avevo supposto (e sperato) osservando la partita che erano rimasti negli ultimi tre giri quei 40 punti in carichi tanto attesi per vincere la partita con asso e tre. Supposizioni ovviamente allucinanti da adrenalina nel cervello dopo punti contati in 9 partite di seguito 🥊🥴


Contiamo finalmente i punti delle ultime due mani. 61. Vittoria 🙌😎🥊


Epocale. Trasmesso a mia nipote l'utilità di contare i punti a briscola, con la consapevolezza che la strategia regge per poche partite (mai prolungare a cinque dopo aver vinto tre, senza opportuna pausa tè, caffè, torta, biscotti, torrone, noci e mandorle).


Trasmesso a mia figlia l'inverosimile, riflettendo poi sulla differenza tra lo #sport e il gioco d' #azzardo.

Sport come dama e scacchi, senza variabili dove partecipa la fortuna.

Dadi da lanciare o carte da pescare invece fanno entrare in gioco la fortuna a scegliere per noi. 


Noi non sappiamo quali numeri usciranno, noi non sappiamo quali carte pescheremo. 


Nello sport #vince chi si concentra meglio (che non significa di più), e sbaglia meno gravemente (che non significa fare meno errori). 

E si è #felici anche perdendo sapendo di aver fatto il massimo per concentrarsi al meglio e sbagliare il meno gravemente possibile.


Nel gioco d'azzardo invece, se si vince o si perde, lo decide la sorte.

Ed è felice solo chi, quando vince, si accontenta senza voler tentare la sorte a vincere di più rischiando la rovina ("chi troppo vuole nulla stringe").

Ed è felice solo chi, quando perde, lo accetta. Consapevole che non lo ha deciso lui.