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Come una stella di David-disoccupato

20 febbraio 2018


Vi fu nell'Italia del secolo scorso un'epoca di classismo sociale estremo ed esasperato, che oggi tanto sentiamo vicino nella forma, quanto lontano nei contenuti. E questo in modo talmente schizofrenico che la stessa classe dirigente politica, nel mentre attua politiche economico-sociali opprimenti, deprimenti, coercitive e illiberali, annuncia in modo altrettanto estremo ed esasperato il pericolo di apologie e revival del fascismo.
Ma la caricatura più demenziale di questo paradossale atteggiamento della classe (o meglio casta) dirigente, è quello offerto da chi si autoproclama antidoto a questa deriva sociopolitica, arrivando a discriminare i cittadini perfino sulla base del lavoro...ma relativamente al loro credo politico!
Silvio Berlusconi è tipico in questa campagna politica 2018 affermare che la disoccupazione è la piaga peggiore attuale da risolvere, dichiarando comprensione e vicinanza a chi è senza lavoro e neppure lo cerca da quanto è scoraggiato dal non trovarlo. Salvo poi in concomitanza scagliarsi contro l'avversario politico più temibile definendo i suoi sostenitori e portavoce (che dai sostenitori provengono) "gente che non ha mai lavorato/ non ha mai presentato una denuncia dei redditi/ guadagna meno di ventimila euro l'anno/ non ha mai fatto nulla di buono per sé e la propria famiglia/ gente pericolosa mossa da invidia sociale/ la rovina del paese"

Quindi essere senza lavoro ed esser stati privati dalla politica dell'opportunità di realizzarsi tramite il ricatto del reddito, è una ferita da curare o una colpa da denigrare in base alla militanza politica.
In pratica in Italia essere disoccupati nel 2018 è come essere lavoratori negli anni '30 del secolo scorso: se eri del partito sbagliato, o della fede sbagliata, si era destinati a un giudizio diverso, e giudicati per un altro destino.