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Lezioni di morale umana di Buffon, nel frattempo...

12 aprile 2018


Premetto che ho sempre adorato il calcio fin da bambino e ben per questo da grande non ho mai seguito quello professionistico giacché in Italia tutto lo posso considerare tranne che sport (e anzi è una delle massime espressioni della decadenza etica della società occidentale).
Mi ha colpito il modo in cui il tale Buffon (che ho sempre stimato come portiere della nazionale italiana) dall'alto della sua considerazione mediatica (era sempre lui tra l'altro l'interlocutore di Sgarbi al cesso nel servizio delle Iene) abbia tenuto lezioni sul "lato umano" di un arbitro, paragonandone il cuore a una pattumiera per aver dato un rigore in un momento secondo lui inopportuno.
Trovo il tutto disarmante. Ripeto, si sa da molteplici e ripetuti scandali ormai che il mondo calcistico di massima serie in Italia è una filiale dell'associazione a delinquere, un ramo del gioco d'azzardo, puro show-business e messa in scena, ma che un giocatore arrivasse a tanto e con tanto di supporto dei media nazionali, è la prova schiacciante di quella pervertitocrazia esercitata da autorità estremamente buone e cattive insieme (Buffon è un'autorità mediatica...ma cos'è? estremamente buono o cattivo? Risulterà entrambi). Pervertitocrazia che si nutre di masse di individui educate alla depressione, all'apatia, alla schizofrenia (come risultano, purtroppo, le tifoserie di questo sistema calcistico da qualunque curva si guardi).

Nel frattempo che ci si scandalizza per un Buffon che perde il conto di quanti trofei ha vinto la sua squadra grazie a rigori dubbi, inesistenti o a tempi supplementari improponibili, o di quanti arbitri "renitenti" abbia chiuso in spogliatoio il suo maestro di morale Moggi, vale la pena ricordare che contemporaneamente si è sull'orlo di una terza guerra mondiale, che ci sono civili di interi popoli dilaniati da bombe italiane a qualche migliaio di distanza dai nostri stadi, che si costruiscono nuove strade sopra rifiuti tossici, che rinvengono sempre più pesci e uccelli morti per ingestione di plastica che l'essere umano, per il semplice fatto che non la mangia ma senza rendersene conto la beve, se la ritrova nel sangue.
Ecco, con la stessa ingenuità con cui reputiamo "sport" il calcio italiano dei massimi livelli, trattiamo queste cose come un gioco.