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Piazzale Loreto non è la sua strage?

29 aprile 2018

10 agosto 1944 Strage di Piazzale Loreto
29 aprile 1945  "Piazzale Loreto"

Considerare "Piazzale Loreto" una mera messa in scena vendicativa dei fatti tragici (gli ennesimi) avvenuti nello stesso piazzale appena un anno prima, risulterebbe troppo riduttivo. Vanno tuttavia ricordati perché è viva la memoria di Piazzale Loreto per i suoi "protagonisti" il 29 aprile 1945, e nessuno ricorda invece il 10 agosto 1944.

Ecco perché "Piazzale Loreto" è una perfetta testimonianza di come le nuove generazioni criticano sempre più ipocritamente in modo pressapochista un terribile epilogo di una stagione tragica della Storia dell'Umanità.

Considerano ingiustizia quella esercitata dal popolo verso gerarchi che hanno direttamente causato in pochi anni milioni di vittime civili e militari tra bombardamenti, rappresaglie, camere a gas, torture, fucilazioni, impiccagioni, campi di sterminio, stupri di massa, marce della morte e Dio solo sa di quanto non rimane testimonianza.

Piazzale Loreto viene citato come esempio di giustizia sommaria, di ritorsione che mette allo stesso livello vittime e carnefici, di violenza che non elimina violenza. Come dire che una condanna a morte diventa giusta o sbagliata a seconda di formalità burocratiche. Come dire che Abele è responsabile del gesto di Caino. Come dire che le sentenze di morte del processo di Norimberga sono futili.

Allora Piazzale Loreto non va giudicato, va rispettato al di là di come lo si percepisce senza averlo vissuto. Va rispettato se si rispetta la tragedia incommensurabile che ha subito un intero popolo a causa dei "protagonisti" delle barbarie di un'intera epoca. "Protagonisti" cui è stata riservata un'ultima "comparsa dall'alto", quel 29 aprile 1945.
Ma non è stata questa una scelta del popolo al posto di un'altra. Quel popolo non ha mai scelto, non ha mai potuto scegliere. La scena di Piazzale Loreto si è scelta da sé: è la fisiologica fine di una dittatura.

Riguardo Claretta Petacci, costei è stata amante di un dittatore scegliendo di seguirlo (con il suo oro) nel suo ultimo viaggio verso la salvezza in Svizzera. Costei ha supportato nel bene e nel male il dittatore, idolatrandolo e supportandolo (evidentemente plagiata dall'educazione fascista). Costei fu talmente in linea con i principi del fascismo che volle condannato a morte  Galeazzo Ciano (marito della figlia di Mussolini, Edda) in quanto "traditore, vile, sudicio, interessato e falso". E avrebbe voluto morta anche Edda.
Costei è andata incontro al destino che si è scelta, o meglio agli inconvenienti che il destino riserva quando si segue il potere e la ricchezza.

Non si elimina la violenza con altra violenza, certo. La violenza si elimina eliminando i violenti.

L'umanità deve essere altro, certo. Ma prima di tutto e prima di tutti deve essere "altro" chi è al governo dell'umanità. Questo è il messaggio del popolo a Piazzale Loreto, e che vista l'attualità ancora non abbiamo compreso.