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Spielberg si scusa con gli squali. E se domani...?

 21 aprile 2023

Questa è una fenomenologia molto interessante:

,,«Sinceramente oggi rimpiango la decimazione della popolazione di squali, indirettamente causata dal libro e dal film. Mi dispiace davvero tanto. […] Una cosa della quale ho ancora paura è che gli squali siano in qualche modo arrabbiati con me per aver scatenato la folle frenesia di caccia dei pescatori sportivi dopo il 1975».

I timori di Spielberg, come già detto, non si basano sul nulla. Uno studio condotto sulla popolazione di squali, e pubblicato su Nature lo scorso anno, ha infatti confermato come dai primi anni ’70 il numero di esemplari presenti in tutto il mondo sia drasticamente diminuito addirittura del 71%. Proprio a causa della pesca indiscriminata ,,

Pensate al potere della finanza multinazionale, che riesce a dominare con la cinematografia il comportamento riflesso delle masse semplicemente mettendo in scena qualcosa. Ma non solo.

Pensate al potere che ha raggiunto quella medesima finanza, che riesce a controllare la politica affinché nulla sia fatto per monitorare un qualsivoglia patrimonio pubblico.

Il percorso storico è molto interessante. Perché con la propaganda cinematografica agli esordi, la politica controllava il comportamento delle masse per ottenere determinati risultati sotto il suo controllo: ad esempio con delle proiezioni cinematografiche il Terzo Reich è riuscito a convincere il popolo tedesco che gli ebrei erano una piaga sociale che andava estinta, il resto è storia (i bambini tedeschi che sputano addosso a bambini ebrei, stelle di David, Shoah...).

Ma il sodalizio politica finanza dopo questa deriva del secolo scorso, per continuare su quella strada di plagio mentale e controllo di massa, ha dovuto interrompersi. Troppo rischioso andare incontro ad altri processi di Norimberga. La politica è divenuta manichino a tutto tondo della finanza, da sostituire alla bisogna dopo essersi bruciato come capro espiatorio in un determinato contesto.

La decimazione degli squali non sarà mai responsabilità di un talentuoso regista (il più adatto per le élite tra tanti in fila?). Non sarà mai responsabilità neppure della finanza che l'ha sponsorizzata per una speculazione di consumo di massa.

Sarà responsabilità solo di una classe dirigente che non ha saputo fare il suo lavoro per impedirla. Ma che importanza ha? Altro giro altra corsa: alle successive elezioni si finanzia qualcun'altro (e le major multinazionali dello spettacolo, investono sempre molto nelle campagne politiche delle comparse di turno, nella democrazia USA).

Oggi tuttavia c'è un'ulteriore evoluzione mediatica. Quella dei social. Comparsa alla fine del primo decennio del XXI secolo (dieci anni fa) e già in fase di accorpamento da parte della finanza nelle logiche dei mass media tradizionali (radio-tele-giornali...e cinematografia).

Oggi basterebbe un film holliwoodiano sugli orsi assassini per decimare la popolazione di orsi in Italia noto il "problema" per tristi fatti di cronaca?

Probabilmente no. Squali alla mano, sarebbe bastato pochi decenni fa forse. Oggi non più, perché internet sarebbe in grado di far evolvere una coscienza collettiva sul problema in modo diverso rispetto a quello declinato dalla finanza per tramite di una demenzialità cinematografica. 

Oggi non più, ma domani? E se invece di trattare di squali e orsi, si trattasse di cambio di sesso negli adolescenti, di pedofilia, di uteri in affitto, dieta a base di insetti, di obblighi vaccinali? 

Saprebbe oggi internet, con i suoi social, essere immune dalle speculazioni finanziarie politiche, cinematografiche e teleradiogiornalistiche sul controllo di massa?

Bravo Spielberg. Sei stato occasione di una grande riflessione su esperimenti sociali contemporanei. Troppo poco ti hanno pagato per questi contributi. Anche se col senno di poi.

Poveri squali. Poveri noi se domani gli presentano una sceneggiatura anti no-vax pro-carriera alias etc etc.


Fonte foto

https://www.bestmovie.it/news/steven-spielberg-si-scusa-per-uno-dei-suoi-capolavori-ha-avuto-conseguenze-orribili-mi-dispiace/843245/