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Vaccini, marijuana, omeopatia: torna o non torna nel M5S?

15 gennaio 2019

,,Se fa sorridere il tentativo di rendere illegale l'omeopatia
 e legale la marijuana, non oso immaginare quando sarà 
multato l'effetto placebo e premiata la tossicodipendenza,,


Non mi sono mai vergognato di osannare il M5S e rispettivi garanti o portavoce tanto quanto non mi sono mai risparmiato quando era ora di criticarli. Ho sempre ritenuto che passi falsi il M5S sarebbe stato ed è inevitabile ne compia prefiggendosi di transitare la democrazia italiana da rappresentativa a diretta, l'informazione da passiva ad attiva, i cittadini da spettatori a partecipanti. Non è facile per chi vuole cambiare sistema stare con i piedi su due scarpe diverse: uno dentro la vecchia scarpa dei poteri istituzionali della trattativa Stato-mafia, l'altro dentro la scarpa nuova dei poteri della rete di cittadini dentro Rousseau. Impossibile non tremare, impossibile non traballare, impossibile non sbagliare. Eppure in questo equilibrio instabile il M5S in pochissimi anni è riuscito a compiere rivoluzioni, a vincere la sua battaglia culturale prima ancora che politica, arrivando dove è oggi non senza tanti e importanti compromessi, non da ultimo il contratto di governo per il "cambiamento" che in quanto tale non è certo l'ultima tappa, ma un passo nuovo in questa transizione (forse quello che farà passare finalmente il piede della scarpa marcia a quella sana, per iniziare il nuovo cammino tanto sognato).

In questo preciso momento storico per il paese, con questo governo storico, si è delineata però una situazione molto strana per il M5S di fronte a temi civici e scientifici altrettanto storicamente fondamentali quali vaccini, marijuana ed omeopatia, mostrando platealmente posizioni ambigue se non addirittura contraddittorie. Tuttavia mi lasciano intendere che forse è tutto solo questione di strategia politica, e le posizioni ora di Beppe Grillo ora del MoVimento 5 Stelle (che non sarebbero proprio sinonimi) siano da considerare in modo univoco ed interconnesso.
In che modo e in che senso?
Vediamo nel dettaglio per ordine.

Sui vaccini la posizione pro-vaccinazione anti-obbligo del M5S è sempre stata chiara in campagna elettorale (al netto di tutta la solita disinformazione ormai scontata) e al momento ciò che si è realizzato è uno slittamento della certificazione del protocollo vaccinale obbligato a marzo 2019. Ci si aspetta quindi imminente entro 60 giorni un nuovo decreto legge che ripristini la situazione di buon senso "civico e scientifico" tanto attesa e che archivi per sempre le situazioni paranormali innescate dal governo precedente. Nel frattempo in questi primi sei mesi di governo le difficoltà del M5S nel difendere la saggia posizione pro-vaccini anti-obbligo è stata notevole visto che le mille sfumature del tema sono state volutamente ridotte dal main-stream a uno scontro in bianco e nero tra pro-vax no-vax. Ammettiamo anche che il M5S avrebbe potuto usare meglio la sua comunicazione a riguardo avendo creato non poche perplessità i termini contraddittori con cui ha espresso le sue posizioni. Ricordiamo tristemente bene "il M5S è per la massima copertura vaccinale", mentre coerentemente alle sue posizioni pro-vaccini anti-obbligo avrebbe dovuto usare i termini "il M5S è per la massima copertura anticorpale, con la minima copertura vaccinale", giacché scientificamente è sconsigliabile vaccinare se vi è già copertura anticorpale o non vi è microrganismo circolante (situazioni sconsigliate ampiamente favorite dall'ancora attuale protocollo di obbligo vaccinale a tappeto, per di più con vaccini polivalenti).
Ma sui vaccini occorre tener ben presente anche che in ballo ci sono interessi finanziari astronomici, e per comuni cittadini a capo di un ministero della salute, per quanto non si abbia avuto la campagna elettorale pagata da big-pharma, non è semplice muoversi contro. Anzi è impossibile se non a costo di gravi ritorsioni più o meno subdole. Allora potrebbe essere una strategia offrire alle case farmaceutiche un terreno alternativo a quello dei vaccini su cui speculare. Se poi fossero due terreni in cambio di uno meglio ancora. E qui, fatalità, entrano in gioco con una sorprendente inattesa puntualità l'omeopatia e la marijuana.

Infatti se ha suscitato leggero clamore (ma tanta perplessità a chi si interessa del settore) il post di Beppe Grillo sul tema dell'omeopatia (agosto 2018), molto più pesantemente clamoroso è il recente famigerato appello sedicente pro-scienza condiviso (firmato?) da Beppe Grillo, e che in un colpo solo non solo rimarca l'antipatia personale del garante M5S alle medicine non-convenzionali, ma rimette in discussione la posizione anti-obbligo che dovrebbe adottare il M5S visto che il suo garante si dimostra intollerante verso la libera scelta sottinteso da tale appello (e di nuovo ci si chiede in che termini sono interscambiabili le supposte firme di Beppe Grillo con le posizioni politiche del M5S).
Come se non bastasse nel frattempo il M5S si è mosso in parlamento con recentissime proposte di legge per legalizzare l'uso terapeutico e ricreativo della cannabis, che consentirebbero la detenzione di massimo quattro piante a domicilio. In parallelo Beppe Grillo nel suo blog osanna tali iniziative con post firmati da esperti.

Ora tralasciamo quanta terapia e ricreazione con quattro piante di marijuana a testa si possa fare in un condominio prima che diventi un'intossicazione di massa. Tralasciamo pure quanto sia scientificamente sensato considerare legale la marijuana come droga leggera mentre l' "acqua fresca" omeopatica pericolo da mettere al bando (ricordiamo che per legge già i rimedi omeopatici sono considerati farmaci ed occorre ricetta medica per assumerli: nessun rimedio omeopatico si infila nella bocca del paziente di propria iniziativa come una canna).
Tralasciamo tutto questo però per altri dubbi maliziosi che emergono in merito l'indotto che il mercato delle medicine alternative porta via alla farmacologia classica, ossia quella chimica dei farmaci. Ma anche in merito l'indotto che apporta all'industria farmaceutica la gestione e la cura della dipendenza da droghe, leggere o pesanti che siano tanto le une spesso conducono alle altre e comunque sul lungo periodo causano i medesimi danni.
Allora mi viene il dubbio che il M5S, per tramite anche dell'influenza mediatica del suo garante, oggi stia barattando con i poteri forti l'indotto derivante dall'obbligo vaccinale offrendo il potenziale indotto derivante da una messa al bando di determinate medicine alternative concorrenti alla farmacologia classica (chissà cosa ne pensa Beppe dell'agopuntura...) e persino quello derivante da tossico-dipendenze legalizzate (Beppe nel '68 aveva vent'anni: la sua è la prima generazione di spacciatori attivi anche da nonni, e non sempre perché non basta la pensione).

Queste ovviamente sono mere ipotesi a titolo personale confidate in un mio blog o un mio social, fatte da comune cittadino, da semplice osservatore politico, da semplice laureato informato sui fatti di scienza (una laurea in ambito medico mi ha fatto certo comprendere le potenzialità della scienza, ma dieci anni di esercizio mi ha fatto comprendere i suoi limiti di cui però nessun corso di laurea parla e non a caso, poiché solamente i limiti della scienza possono ostacolare la speculazione finanziaria sulle sue potenzialità).

Concluderei volentieri questa disamina sulla contemporaneità prendendo in esame una vecchia commedia interpretata da Beppe Grillo dal titolo "Scemo di guerra", perché mi chiedo se Beppe conosca il significato medico di questa espressione, e soprattutto cosa abbia contribuito alla sua origine. Ma ciò merita un approfondimento a parte cui rimando.

Conviene concludere invece mettendo da parte il tono polemico seppur confidenziale, e appellarsi alle speranze connaturate al M5S. E dico che aspetto il giorno in cui l'essere umano si chiederà non tanto il senso di proibire o meno una droga (caffè o cocaina che sia), ma il senso di drogarsi. Forse crediamo che ritrovarsi dipendenti dalla cocaina piuttosto che dal caffè significhi semplicemente essere stati più sfortunati. Ma di quanto poco non ce ne rendiamo conto. Perché la differenza tra imporsi un "devo stare sveglio" o imporsi un "devo sballarmi", è minima. Alla base c'è sempre la medesima società che inducendoti a stare sveglio o sballato vuole il tuo fallimento esistenziale. Per riconoscerti schiavo. Il M5S spero vada oltre, superi ancora tutto ciò, anche in questa occasione in cui il calcolo politico sembra sopraffare la rivoluzione culturale mentre in realtà può diventarne pretesto. Spero davvero quindi che Beppe con le sue personali opinioni su questi temi alla fine risulti ancora, magari suo malgrado questa volta, un meraviglioso tramite per far evolvere la coscienza civica dei cittadini e l'agire del suo MoVimento.