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1983. Profezie di Primo Levi, ex operaio "Bayer"

23 gennaio 2019


In questa intervista rilasciata nel 1983 di ritorno a una visita ad Aschwitz quarant'anni dopo la sua deportazione, Primo Levi afferma (min 09:50):

"Non c'era un solo campo ad Auschwitz ce n'erano molti. Alcuni di questi erano stati costruiti sul piano, annessi a una fabbrica o a una miniera. Il campo di Birkenau ad esempio era suddiviso in squadre che lavoravano per fabbriche di armamenti. Il mio campo di 10 mila prigionieri, Monowitz, faceva parte di un'industria appartenente alla IG Farben Industrie, un enorme trust chimico tedesco adesso smantellato. Si trattava di costruire una nuova fabbrica di prodotti chimici dell'area di qualcosa come sei chilometri quadrati"


PRIMO LEVI RITORNO AD AUSCWHITZ - 1983 - completo


Questo invece si legge su un post dedicato all'intervento di Rosemary Mason "la Bayer Crop Science non è mai stata trasparente" a gennaio 2019

“La Bayer ha le sue origini nella ex IG Farben, società privata tedesca che era alleata con i nazisti e che produceva lo Zyklon B, il gas usato per uccidere milioni di ebrei durante l’Olocausto (…). Avevano costruito una fabbrica vicino ad Auschwitz, in Polonia, per poter sfruttare il lavoro degli ebrei rinchiusi nei lager (…) e alla fine della guerra, dopo il processo di Norimberga, la società si è sciolta dando origine a tre divisioni separate, la Hoescht, la Bayer e la Basf”. 

Chissà cosa penserebbe oggi Primo Levi a sapere che quella fabbrica non ha mai chiuso ma ha solo cambiato nome. Chissà cosa penserebbe oggi Primo Levi constatando che la Bayer produce e distribuisce in modo massiccio agenti chimici come il glifosato che finiscono non in camere a gas come un tempo il suo zyclon-B, ma nei nostri cibi, la nostra acqua e la nostra aria.
Forse penserebbe che ha cambiato nome, ma in fondo in fondo non metodi e scopi.

Ma usare ora il condizionale è così d'obbligo? Primo Levi forse ci aveva già anticipato il suo pensiero in quella medesima intervista del 1983, nel tempo lontana da Auschwitz tanto quanto vicina ai giorni nostri. Ecco come risponde (min 20:22) a questa domanda precisa dell'intervistatore:

''Secondo lei un altro Auschwitz, un altro massacro come quello verificatosi 40 anni fa, potrà mai verificarsi nuovamente?
 - In Europa no secondo me. Per ragioni come dire di immunità anche. Esiste una sorta di immunizzazione per cui è difficile a mio parere che rinasca in tempi di qualche decennio, 50 anni o 100 anni, in Germania o in Italia un Fascismo o un Nazismo come quell'altro. Quindi ritengo che in Europa questo non possa avvenire. Ma il mondo è molto più grande dell'Europa. Penso anche che ci siano dei paesi in cui ci sarebbe il desiderio di fare un altro Auschwitz e mancano solo gli strumenti. L'idea non è certamente morta come niente muore mai. Tutto risorge rinnovato ma niente muore mai. Cambiano le forme, e le forme sono anche importanti,,

Allora quali sarebbero le forme di oggi caro Primo Levi, verrebbe da chiedere usando ora sì purtroppo il condizionale? Qual'è l'annientamento di massa mirato e organizzato con strategie di ogni sorta persino legalizzate?
Sono forse rifiuti altamente pericolosi sepolti sulle nuove strade e autostrade che vengono poi a contatto con falde acquifere? Sono forse rifiuti industriali riversati appositamente su corsi d'acqua? Impianti di biogas sofisticato con materiale organico inquinato? Emissioni aeree di condensa artificiale per sperimentazioni sul controllo climatico? Vaccini obbligatori inquinati da multinazionali private senza alcuna garanzia e responsabilità di controllo pubblico? Abuso massiccio di sostanze di sintesi impiegate nella lotta talvolta ingiustificata ad ogni forma di parassitismo (antibiotici e antisettici ad uso umano, animale e ambientale, insetticidi, diserbanti, disinfestanti)? Agricoltura e allevamento intensivi che impoveriscono il territorio, alterano le produzioni e l'intera catena alimentare? Uso contro l'etica dell'ingegneria genetica? Accanimenti terapeutici e diagnostici della medicina difensiva?

Cosa sono queste pratiche, se non un lento, progressivo ed irreversibile piano di distruzione di massa premeditato e imposto da quell'élite finanziaria trincerata nei paradisi fiscali, che ha in mano le redini socio-politiche della società globale, e da cui dipende la nutrizione, il sostentamento e la riproduzione (o consumismo che dir si voglia) di quella massa?

E' strano poi notare, caro Primo Levi, che quell'élite finanziaria sia costituita proprio da una certa cupola massonica sionista, ed è curioso che le massime autorità religiose e politiche in Occidente oggi spaccino il termine sionismo come sinonimo di semitismo. E rimbomba lo slogan "Pericolo in Europa nuovo antisemitismo".
Ecco dunque cambiate le forme, ma non la sostanza. Perché come dicevi tu, Primo Levi, le forme pure sono importanti, soprattutto se si vuole somministrare ancora lo stesso contenuto nocivo.