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E la Lega stravinse con i sondaggi del cuculo

08 giugno 2019

Ebbene sì, si è realizzato quanto auspicato dalla lobby politico-finanziaria italiana (succursale di quella internazionale) fin dal primo giorno di formazione del governo del cambiamento in Italia.

Ossia il successo dell'unico leader in Italia appartenente alla casta in grado di competere contro quel movimento anti-casta che avrebbe vinto senza ombra di dubbio (anche per ammissione della casta stessa) se si fosse tornati ad elezioni al posto della formazione di tale governo.

Nell'arco di appena un anno il potere mediatico è riuscito a dipingere Salvini come il salvatore della patria, vuoi con l'atteggiamento verso l'invasione dei migranti (ad invasione già arginata prima dei suoi interventi) vuoi con l'atteggiamento del "dire di sì ad ogni costo" (anche quando in ballo ci sono sperperi di denari pubblici, inquinamenti mastodontici dell'ambiente, finanche nomine di viceministri leghisti indagati e condannati)

E nell'arco di un anno questa manipolazione mediatica è riuscita a realizzare quanto martellato con sondaggi fantasmagorici, e di cui l'informazione stessa in ultima analisi si dimostrò scettica annunciando sorprese, incredula che potesse davvero funzionare alla perfezione il giochetto.

Invece tutto si è avverato grazie al contributo di un alleato di governo inadempiente delle promesse elettorali su importanti aspetti della vita quotidiana dei cittadini e che riguarda la salute e l'ambiente (si pensi all'obbligo vaccinale, al TAP, all'ex-ILVA). E ciò che è avvenuto è stato un netto calo della partecipazione al voto (56% a maggio 2019 per le europee contro il 72% del marzo 2018), facendo risorgere i partiti con una tradizione consolidata di logiche clientelari (il classico voto di scambio per garanzie o vantaggi in ambito lavorativo) sia in ambito pubblico che privato.

Così, oggi possiamo confermare quale fosse la percentuale di affluenza cui quei sondaggi del cuculo si riferivano e indicata con un punto di domanda.
Hanno vinto loro. Triste ammetterlo ma doveroso e non tanto perché è merito del vincitore questo scenario preannunciato, ma perché è colpa del perdente l'averlo realizzato.