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Pensione...quale passione?

29 settembre 2020


Se uno Stato non stampa denaro dal nulla per mandare in pensione le persone uccide due generazioni: quella vecchia per lavoro forzato e quella giovane negando un posto di lavoro per un reddito.

Un meccanismo semplice ma che deve a quanto pare risultare incomprensibile. L'informazione che si fa passare è che il lavoro c'è già, e la differenza tra le vecchie generazioni e le nuove è solo la voglia di lavorare. Ed è pure vero come conseguenza, ma le cause quali sono? 

Le vecchie generazioni hanno lavorato in un'epoca in cui si stampava denaro dal nulla per far progredire l'economia e grazie a questo ci furono boom economici (con tanto di baby boom). Generazioni che son riuscite a costruire case su case per figli su figli e accumulando pure enorme risparmio, grazie a tassazioni irrisorie e minimo costo della vita in una società di servizi essenziali.

Le nuove generazioni vivono in una società con una tassazione oltre il 60%, costi della vita in crescita esponenziale, settore terziario ipertrofico, e lavori che qualora ben retribuiti consentono appena di ammortizzare il costo di un'abitazione e la crescita di un figlio (se mai non è rimpiazzato da un animale da compagnia).

Ecco che le vecchie generazioni sono attaccate al lavoro in modo viscerale a prescindere, in quanto il lavoro ha rappresentato la piena realizzazione di sé, potendo permettersi il lusso di aver voglia di continuare a lavorare "per passione" perfino in pensione. 

Le nuove generazioni invece non riescono ad accettare queste condizioni esistenziali, e ripudiano pure il lavoro che le rappresenta, vivendo solo la nevrosi di immaginare una nuova giornata di lavoro come "una nuova giornata di passione"...ma nel senso di patimento per un futuro depresso.

Come se non bastasse vecchie e nuove generazioni, talvolta incapaci di comunicare per l'abisso culturale nel frattempo intercorso per l'evolversi della società, si ritrovano in guerra ideologica tra loro, valorizzando in modo diametralmente opposto la realtà. I primi non possono riconoscere di esser artefici di una ricchezza materiale insostenibile per l'ambiente e di conseguenza incompatibile con la felicità spirituale. I secondi non sanno riconoscere altra ricchezza se non quella che non hanno, ossia quella materiale, e si ritrovano immersi in un ambiente intossicato in modo irreversibile in cui è sepolta viva, se non fatta abortire, ogni forma di spiritualità.

Guerra ideologica con due contendenti: il tutto materiale e il nulla spirituale. Uno figlio dell'altro. Con grande beneplacito della classe dirigente che governa entrambe. Perché tra vittime in conflitto reciproco il carnefice gode. 

Come se non bastasse ulteriormente, la classe dirigente politico-finanziaria (che per i propri circuiti multinazionali non ha mai smesso di stampare denaro dal nulla) non solo gode di questa guerra ma la pompa, incolpando i cittadini di ogni generazione di essere addirittura viziati, di avere troppi diritti e pochi meriti. Ecco, senza differenze di generazione, la classe dirigente mantiene invece come passione il patimento altrui.

Ripetiamolo in conclusione. Se non si stampa denaro dal nulla per pensioni dignitose rapportate al costo della vita si uccidono due generazioni. Almeno, nel mentre, ci venisse la passione di capire chi e come sta facendo stragi di intere generazioni con la politica ideologica del lavoro.