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1920-2020. Urgenze di globale ghettizzazione

20 marzo 2020

Indebitamento. Ghettizzazione. Lavoro forzato. Eliminazione. Furono queste le fasi in cui si realizzò lo sterminio di "razze inferiori" e oppositori politici nell'Europa nazifascista del secolo scorso.
Oggi, a distanza di cento anni, cosa sta avvenendo nell'Europa dell'Euro? Non ci sono razze inferiori, solo tanti oppositori al liberismo finanziario che vorrebbero una transizione a economie basate sulle risorse per trovare soluzione a miliardi di produttori-consumatori che presto saranno senza lavoro a causa dell'automazione. Fino a che punto oggi i popoli risultano scomodi alle élite liberiste dominanti sulla scena politico-finanziaria, per far reggere un paragone col passato?
Proviamo ad osservare gli eventi andando per ordine.

Iniziò negli anni '20 l'ascesa al potere in Germania e poi in Europa di un partito impostosi da una parte con la forza delle armi, dall'altra con la propaganda mediatica che convinse il popolo tedesco che l'origine del suo disastro socioeconomico post-prima guerra mondiale (quando i bambini tedeschi morivano orfani per strada) fosse una plutocrazia finanziaria sionista.

Quale era l'obiettivo di questo progetto politico? Liberare l'Europa, per cominciare, da questo supposto male "antropologico" (le razze inferiori) guidandone il popolo ariano (la razza superiore) al comando.

Un progetto tanto ambizioso quanto perverso, certo. Ma richiedeva un programma con passaggi decennali: negli anni '20 l'ascesa al potere seguendo gli ideali del "mein kampf", negli anni '30 la segregazione dei "nemici", negli anni '40 il loro sfruttamento per l'espansione nazista, di pari passo ovviamente alla loro progressiva eliminazione. 

Un percorso lento che è inevitabilmente iniziato con politiche di indebitamento, una volta ottenuto il potere, delle proprie vittime: confische, limitazioni, proibizioni (leggi razziali). Il passaggio successivo, una volta impoverite, fu segregarle in ghetti per togliere l'ultima "proprietà" rimasta, quella più essenziale: la libertà.
Un processo questo che impiegò poco più di una decina di anni circa nella Germania che va dagli anni '20 e metà anni '30.
A quel punto, in un'epoca in cui la forza lavoro umana faceva ancora una grande differenza nell'aumento del prodotto interno lordo, far scoppiare la seconda guerra mondiale fu l'ultimo ingranaggio di una macchina ormai collaudata. Quella forza lavoro di schiavi ancora inconsapevoli del proprio destino avrebbe non solo contribuito al PIL della nazione nazista negli anni prima della guerra, ma anche a garantire i primi successi in guerra. E ogni successo significava nuova forza lavoro reclutata dai paesi occupati.

Fermiamoci un attimo. Qual è la cosa più sorprendentemente incredibile in tutto questo processo? E' il fatto che queste vittime, rese schiave lentamente nell'arco di poco più di un decennio, furono convinte dalla propaganda mediatica di essere addirittura utili al sistema! Interi popoli furono convinti di non valere nulla esistenzialmente, con la privazione di tutto, e di ritrovare un senso esistenziale (tramutata da una speranza di vita) nel lavorare per chi li ha resi schiavi. Tutto questo con la forza, con la violenza fisica e psicologica, e con la innovativa, allora, manipolazione mediatica. Ad ogni privazione gli individui venivano convinti che fosse condizione temporanea per passare a una situazione migliore. Dagli espropri delle proprietà private ai ghetti, era meglio che vagabondare per strada. Dal confinamento in un ghetto che poi risultava miseria nera, si riteneva meglio finire in un campo di lavoro. In un campo di concentramento dove si lavorava fino a morire di stenti si arrivava infine rassegnati a mettersi in fila indiana per andare a fare una doccia... fosse anche stata fatale.

A onor di cronaca, una testimonianza straordinaria di tutte queste dinamiche è rappresentata in alcune scene del film Schindler's List (1994, Steven Spielberg), e in particolare il dialogo tra i protagonisti Oscar e la compagna a una cena, il dialogo tra abitanti del ghetto, il dialogo tra detenute nei dormitori, e la scena della camminata in fila tetramente ordinata e lenta di moltitudini di donne, uomini, bambini, demoliti di ogni forza fisica e psichica, ancora illusi, verso i famigerati forni.


E oggi? Cosa sta avvenendo nell'Europa del terzo millennio con 100 anni alle spalle l'Europa del Terzo Reich? Sta avvenendo qualcosa di inquietante. Da decenni. Con la stessa lentezza tipica della solita strategia da rana bollita. Sta avvenendo che c'è voluto poco più di un decennio per indebitare non nazioni a scapito di altre, ma interi popoli a scapito di un pugno di individui che con la finanza (e secondariamente la politica) li governa. Sta avvenendo ora che questi popoli stanno per essere ghettizzati, confinati e controllati, privati di libertà personali, a causa di cosa? Un virus influenzale. Un virus influenzale che però può mietere vittime da una settimana all'altra. Poco conta se per accanimenti terapeutici, psicosi mediatica, inquinamenti ambientali, o la somma di tutti questi fattori. Conta solo quello che dicono i media: c'è il nuovo virus da mesi, oggi è pandemico, ed è obbligatoria la segregazione. Non tutti ovviamente, un po' alla volta, per zone, e poi per categorie di lavoratori, progressivamente. Così perché il virus continua magari a propagarsi se non lo ha ancora fatto abbastanza? O perché così si evita troppo panico immediato e generalizzato, ossia che la situazione scappi di mano con sollevazioni popolari... prima che gli eserciti si piazzino con calma?

E perché mai devono piazzarsi gli eserciti proprio oggi? Ufficialmente per una esercitazione: c'è il pericolo del 5G cinese e dell'invasione russa. Il pericolo del virus invece, per gli eserciti al momento non c'è. Anche perché ci sarà prima o poi il vaccino, che qualche cittadino disperato, si fa intendere, sta sperimentando su compenso economico (indebitare è servito anche a questo), magari convinto dalla propaganda mediatica... di essere addirittura utile al sistema!
Ci sarà il vaccino, appunto. Che probabilmente non sarà richiesto volontariamente in massa (come non lo è stato quello antinfluenzale). E allora si richiederà l'obbligo. Ma se l'obbligo non sarà ben accolto come non sono stati ben accolti i recenti obblighi dei vaccini pediatrici, l'esercito è pronto.
Infine, perché non dovrebbero essere ben accetti dei vaccini obbligatori di massa contro virus parainfluenzali? Neanche iniettassero zyclon-b! Neanche servissero a un depopolamento di masse disoccupate...

E' presumibile però che prima di arrivare a un vaccino obbligatorio, si chiuderà la rete? Forse non basterà proibire il contatto fisico, l'aggregazione tra la gente, intimando che il prossimo è già un pericolo a un metro di distanza (tutte strategie tra l'altro ampiamente applicate nei campi di concentramento, dove era proibita l'aggregazione per ovvia prevenzione di sommossa e contagio di malattie infettive e infestive all'ordine del giorno, allora sì, tra gli internati).
Se si chiuderà la rete, con ogni probabilità sarà attraverso la strategia della bufala allodola, giù in atto, per confondere il vero con il falso e il verosimile con l'inverosimile.
Di cosa si tratta? Le autorità immettono negli organi di informazione notizie ufficiali da ritenere vere senza contraddittorio, invitando a ritenere falso tutto il resto a prescindere semplicemente perché "non detto dall'autorità". Ma si immetteranno nei media main-stream di proposito notizie ufficiali inverosimili e falsificabili  da ritenere vere (bufale allodole) così da recriminare ogni altra notizia verosimile e verificabile da ritenere falsa (che diventa bufala).
Poiché solo la rete al momento risulta un circuito in cui possono conservarsi e alimentarsi dibattiti che usano notizie al tempo stesso vere e false, verosimili e inverosimili, essendo il loro contemporaneo confronto che scientificamente permette verificabilità e falsificabilità dei fatti obiettivi, reali, per distinguere il vero dal falso, ebbene alle autorità non resterà forse che chiudere la rete per non far emergere e prevalere intralci ai propri progetti.
Ciò potrà avvenire solo continuando il lento processo già in atto di delegittimazione di diritti costituzionali di libertà.

Infine, cosa potrebbe interrompere questi cortocircuiti democratici? Sostanzialmente ancora due cose, a giudicare dal passato. Che la parte sana di autorità competenti ostacoli in modo legale queste derive ripristinando i principi inviolabili di democrazia e scienza, e che le masse reagiscano a favore di quest'ultima partecipando a una sana e rispettosa informazione, e azione.
Le chiamavano "alleanza" e "resistenza". La storia si ripete, anche se mai uguale a se stessa. Avanza, si evolve, come sopra una scala a chiocciola.

"Le guerre si sa dove iniziano, ma non si sa dove finiscono" 
Nicolò Machiavelli