=

Traduci

Cerca nel blog

Coronavirus, e quella foto profetica di Beppe con la mascherina.

21 aprile 2020

E chi lo avrebbe mai detto che quell'11 aprile 2019 in Giappone il nostro Dr.Ph. Grillo Giuseppe detto Beppe sarebbe stato profetico perfino sull'uso delle mascherine?
Perché esattamente un anno dopo, ecco in che situazione si ritrova l'Italia intera in coda (o capo) al mondo intero...con il Veneto in capo (o coda) all'Italia intera.

Le due situazioni di questa foto collage, così ravvicinate nello spazio e nei tempi, aprono un'infinità di valutazioni, e vorrei tentare di sintetizzarne alcune.

fonte foto 1  fonte foto 2
In queste foto in comune ci sono entità visibilissime: mascherine, persone che camminano in un mondo globalizzato, persone che lo governano, o garanti di quei governi. E poi ci sono, invisibili, ipotetici (e/o reali) rischi infettivi (e/o tossici).
Pochi elementi tutto sommato, ma una infinità di valutazioni.

Partiamo dalla prima foto. Un anno fa Beppe in una delle sue tante tappe da ambasciatore della rivoluzione politico-digitale-culturale, si ritrova in Giappone, a Tokyo. Si fa una foto indossando una mascherina in prossimità di qualche cittadino pure con mascherina, ed è sconcertante: sullo sfondo uno scorcio di centro metropolitano tutt'altro che affollato, e atmosfera dall'aspetto davvero salubre! Come è possibile? Sembra un paradosso. E in quella foto ancora visibili i commenti di reazione alla descrizione di Beppe "aria di Tokyo", evidentemente provocatoria.
Molti a insultarlo come sempre cadendo nella sua trappola, dimostrando quello che lui stesso voleva dimostrare: Tokyo è una città pulitissima, e la gente va in giro con la mascherina quando sintomatica per qualche raffreddore; nessuna protezione contro un inquinamento inesistente quindi.
E tutti vivono felici e contenti. L'apice della civiltà. Viene da concludere.

Personalmente, sono inorridito vedendo questa foto. Non l'ho mai commentata, mi limitai a una reazione di pianto, pensando che l'avrei presa poi come spunto per approfondire temi di microbiologia per qualche video esplicativo di vecchie tesi di medicina in fase allora di edizione in libro. Invece poi è passato un anno, e il destino ci ha portati qui. Con spunti ben più aggiornati.

Perché inorridii? Subito mi son detto: "Solo in Giappone, dove c'è il culto ossessivo del lavoro fino ad arrivare al suicidio passando per i pannoloni per non perdere tempo alla toilette, è fatto credere alla gente che con sintomi influenzali sia sano e giusto andare in giro con una mascherina invece che recuperare la salute isolandosi a casa".
Ma non inorridii tanto pensando alle condizioni microbiologiche e infettive in cui si riduce dopo 15 minuti il panno di una mascherina davanti a bocca e naso di una persona in preda a un banale raffreddore.
Inorridii al pensiero che quelle persone in preda a piccoli mali di stagione, si ritrovano un respiro viziato da quella coltura di microbi mista a fibre del tessuto della mascherina, con ogni probabilità sintetiche lavorate con prodotti sintetici. Respiro che circola e ricircola dentro e fuori, in continuo, sempre più viziato, dalle narici e dalla bocca agli alveoli polmonari... di quelle vittime.

Vittime di cosa? Di un'educazione folle, di un sistema economico folle, che ti porta ad annientare la tua salute psico-fisica per il Prodotto Interno Lordo del tuo paese, ovvero per la ricchezza della sua classe dirigente.
Sì perché poi la cosa ancora più paradossale, è che un paese con sovranità monetaria come il Giappone si ritrova pure un debito pubblico stratosferico, grazie alla sua facoltà di stampare moneta in base ai propri fabbisogni: ma i fabbisogni propri di chi se i cittadini sono ridotti a vivere per il lavoro con queste logiche?
Per chi stampa moneta il governo giapponese? Per le industrie di mascherine, o per il popolo che le deve indossare per non fermarsi mai, neanche con sindrome parainfluenzale?

Allora inorridii. Pensando a questi paradossi delle società cosiddette avanzate, occidentali e orientali, dell'economia della finanza.
Paradossi talmente profondi da infiltrarsi nell'esistenza delle persone fin dentro gli alveoli dei polmoni, intasandoli di "prodotti di sintesi" come microfibre tessili di una mascherina, che sono solo una delle tante materializzazione dei "prodotti derivati" finanziari.
I cancri dunque della società umana, chi sul piano biologico chi sul piano economico.

Ma nessuno ne parlava, un anno fa, su quel post di Beppe. Perché quello che è dovuto emergere è sempre e solo il mito del lavoro, della disciplina al lavoro, della civiltà del lavoro.
Si è cominciato però a parlarne oggi di queste cose, un anno dopo, nel bel mezzo di una pandemia di un virus dalle proprietà epidemiologiche fantascientifiche (ne parlerò tra qualche giorno - o settimana... o anno - con dati ufficiali alla mano).

Si è cominciato a parlarne, anche se non ancora a porsi tutte le domande del caso, continuando a mettere ancora al primo posto la salute non delle persone in quanto tali ma delle persone in quanto lavoratori, tanto che nessuno ancora si è mai chiesto che impatto ha su ambiente e salute produrre e smaltire miliardi di mascherine destinate ad un loro abuso. Sono domande che ancora non contano, contano solo risposte ad esigenze di salvaguardia di posti di lavoro.

Oggi sulle mascherine non a caso infatti si è assistito alla sagra delle disposizioni normative regionali e locali che affermano tutto e il contrario di tutto in base alla convenienza del caso, giustificandosi sulla base di affermazioni scientifiche che affermano tutto e il contrario di tutto.

Mascherine ora raccomandate ora imposte ora sconsigliate per la protezione da agenti infettivi, si è arrivati perfino a vederle produrre con la dicitura "non sono un dispositivo di protezione", o addirittura vederle ritirare in quanto contaminate da covid-19.
In Veneto l'ultimo provvedimento regionale (n. 40 del 13 aprile 2020) che ne impone l'obbligo ovunque, recita (art 1 comma c):

,, Negli spostamenti all'esterno della proprietà privata devono essere utilizzati mascherine o ogni altro idoneo dispositivo per la copertura di naso e bocca, nonché guanti o gel o altra soluzione igienizzante ... ,,

E questo ha del comico. Perché dopo mesi di relativo lockdown in cui non si è mai obbligato ad usarle ovunque, ma mesi in cui se ne è mediaticamente propinato l'uso fino all'esasperazione fino a registrare aggressioni verbali e fisiche da parte di comuni cittadini verso comuni cittadini che non le indossano, ebbene oggi si specifica in direttiva che al posto della mascherina si può usare un altro dispositivo (un foulard?) e al posto dei guanti si può usare il liquido disinfettante (ci si porta dietro la boccetta?).

Certo, oggi che fior di grandi imprese filo-governative in Veneto hanno addirittura convertito settori di produzione in fabbricazione di mascherine, è quasi d'obbligo inserire le alternative in normativa, forse per non destare sospetti di conflitti di interesse?
Fatto è che ormai, nota la propaganda mediatica governativa, in tutto il Veneto nessun cittadino immagina di poter circolare in giro sostituendo la mascherina con un fazzoletto, o i guanti con del detergente a secco, a norma di legge.

Possiamo concludere insomma che a un anno di distanza da quella profetica foto del Guru Beppe in Giappone, noi in Italia con lo stile di vita dell'estremo oriente ci stiamo uniformando alla grande?
Beh, considerando che chi ha sintomi parainfluenzali è obbligato alla quarantena, e chi è sanissimo è costretto come in Veneto alla mascherina per incentivare a procurarseli quei sintomi, forse quello stile lo abbiamo non solo raggiunto ma anche stravolto in un colpo solo.

Fa riflettere e chiudo davvero questa disamina (in gestazione da un anno...sono stato breve!) una storiella satirica che tira in ballo Italia e Giappone che sta girando in questi giorni su una messaggistica di FB (whatsapp).

Questa barzelletta parla di una gara di canottaggio tra italiani e giapponesi, e si vuole evidenziare l'importanza (ovvero "convenienza") di avere un capitano e tanti lavoratori, piuttosto che tanti leader e un solo lavoratore.

Sapete cosa vi dico? Noi italiani, se invece di voler fare i leader per un lavoratore riuscissimo a convincere a fare il capitano anche quell'unico lavoratore, diventando una squadra di leader lavorando tutti per il bene comune, beh insegneremmo nuovi modelli di civiltà capaci di arrivare fino all'estremo oriente. Esattamente come facciamo da millenni.
E proprio come stava facendo Dr.Ph Grillo Giuseppe detto Beppe... prima che abbracciasse il caos.