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Vaccinazione in/con/su/per/da meningite. Barrare facoltativamente la preposizione obbligatoria.

08 gennaio 2020

Riflessioni sulla meningite. Informazioni prese da un sito che promuove la pratica vaccinale, per galateo scientifico.
Mi soffermo in particolare su tre affermazioni agghiaccianti.

Effetti collaterali noti. Innanzitutto sui lattanti l'incidenza di "un po' di febbre, inappetenza, anoressia, stanchezza/irritabilità e gonfiore doloroso al punto di inoculo": 1-4 lattanti su 10.
Significa da 1 su dieci, a quasi 1 su 2. E a sentir la propaganda sugli obblighi sembra siano pure pochi!

Ma attenzione! "se la febbre supera i 39,5°C può provocare convulsioni febbrili". Come come? Cosa significa? Che è il vaccino che può causare febbre di 39,5°C fino a dare convulsioni, o che se si vaccina con 39,5°C può dare convulsioni?

Se è vera la prima interpretazione, è come dire che è il vaccino stesso a poter provocare una febbre convulsiva!
Se è vera la seconda, significa che si è davanti a personale medico negligente, imperito e imprudente nella pratica vaccinale, oppure, ed è la realtà attuale, che attua contro la propria scienza e coscienza ciò che gli è imposto da protocolli a norma di legge (in base a quale norma scientifica però verificata come e da chi?).

Attenzione, perché la dicitura successiva induce a pensare che sia la seconda interpretazione quella intesa: "importante controllare la temperatura dopo la vaccinazione del lattante".

Questo significa che è prassi consolidata ormai non controllare più la temperatura prima (come scienza e coscienza impongono dalla notte dei tempi del metodo scientifico applicato alla medicina), ma dopo, ossia a danno avvenuto. Non a caso poi altrettanta prassi consolidata, coerentemente a questi protocolli legalizzati ora con gli obblighi vaccinali, è sofisticare o trascurare le segnalazioni di reazione avversa.

Questo in merito gli inconvenienti della vaccinazione contro i meningococchi nei lattanti che non sanno parlare e riferire sintomi e si possono solo valutare i segni di cui sopra.
Mentre negli adolescenti che sanno -forse- parlare? "spesso [SPESSO] lamentano dolori muscolari e mal di desta dopo questa vaccinazione".

Ma mal di desta (cefalea) e dolori muscolari con malessere generale sono essi stessi segni tipici delle meningiti infettive! Allora cosa significa? Che è la vaccinazione stessa per la meningite a mettere a rischio di meningite o perfino di meningoencefalite se poi l'infiammazione entra in profondità come effetto collaterale di protocolli associati di trattamento con immunosoppressori?

Oppure sono i conservanti presenti nei vaccini capaci di passare la barriera ematoencefalica direttamente (tipo polisorbato 80) o indirettamente (tipo alluminio ionico e sali) a provocare infiammazione delle meningi (ossia meningiti)?

,, In Italia ogni anno si registrano circa 900 casi di meningite batterica. Un terzo circa sono attribuibili al meningococco e un'analoga percentuale è causata dallo pneumococco. I casi residui sono dovuti a batteri diversi (stafilococchi, streptococchi, listeria, micobatteri, escherichia coli) oppure non è stato possibile identificare una causa precisa ,, (Wikipedia)

Sarebbe interessante vedere in quale percentuale chi si ammala di meningite aveva già subito protocolli vaccinali (totali, al di là delle vaccinazioni per le meningiti) e quanti no.

Ad ogni modo morale della favola: bene che si corra, per obbligo o paura, a vaccinarsi in massa! perché si aumenta il dato statistico delle evidenze scientifiche. Ossia la conferma di ciò che è già evidente. Coraggio.