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2014-2024... l'evoluzione dei social sbloccata da un ricordo social

 22 giugno 2024

14 anni fa. Quando nei social si era in pochi. Pochi praticamente di appena una generazione. Quando non c'erano pubblicità, influencer, follower. 


Quando ci si divertiva a sentirsi utenti con un profilo di se stessi che sfidava il luogo comune. Quando l'impresa era sfruttare internet per valorizzare la quotidianità (oggi per monetizzarla, la si banalizza).


Quando tra amici sentire un gruppo emergere con canzoni dialettali in rock californiano (fatalmente gli stessi ieri notte in concerto dal vivo dietro casa) era presupposto per una scommessa "ma questo lo sappiamo fare anche noi!". Tanto che ne uscì poi una canzone cover in vernacolo di questa perla, Beautiful girls, che non ebbi mai il coraggio di pubblicare nei miei profili "che chissà cosa ne pensano amiche... parenti...e quella tizia tra i nuovi contatti...".


Oggi si affermano trapper che diventano milionari con squallori e violenza, oggi si monetizza con video su bolidi al costo di omicidi stradali, oggi si diventa autorità giornalistiche con la controinformazione da "guardiani del cancello" (ovvero il cancello della finanza che è anche il loro business e su cui, indiscutibilmente, si deve basare l'economia).


Essere su un social era una responsabilità nuova, simpatica, gioiosa, leggera, 14 anni fa. Trattando qualsiasi tema, frivolo o drammatico, da parte di chiunque avesse voglia di confrontarsi.

Per questa loro natura i social erano categoricamente demonizzati dai tradizionali media passivi (tv-radio-giornali) e dalle generazioni che non sapevano usare uno smartphone e col pensiero pendevano dai media tradizionali.


Poi appunto arriva la speculazione finanziaria e cambia tutto, come sempre, ovunque.

E con gli smartphone in mano a ogni generazione sono arrivati i like a pacchetti, le campagne pubblicitarie, le sponsorizzazioni, le bufale, gli hater, i debunker, i trend, la cancel culture, la censura. Il great reset. La nuova normalità. Dove tv-radio-giornali campano di pagine social e conviene demonizzare altro.


Con la rete social del 2014 le informazioni sulla pandemia sarebbero scadute dopo tre giorni. Con la rete social del 2020 sono durate 2 anni e scadute solo con il rischio di una guerra mondiale.


Ricordo che condividevo, nel 2010 o giù di lì, informazioni sulle isole di spazzatura negli oceani, e ci si chiedeva cosa poteva esserci di attendibile o meno, senza pregiudizi, senza esibire titoli, tra tutti chi partecipava al confronto.

Oggi probabilmente non è una notizia remunerativa neppure per Greenpeace o Green Me. Oggi è normalità scontatamente banale. 

Auguri umanità. Compresi tutti: amiche, parenti, quella tizia... Con tutti i loro pregiudizi ormai scaduti. Da 14 anni.

,, Il ministro William Gladstone, in visita al laboratorio di Faraday, gli chiese, appunto, di quel dispositivo a campo magnetico variabile che generava corrente elettrica. «Bello! Ma a che serve?». «Non lo so» rispose candidamente Faraday «Ma sono sicuro che da qui a vent’anni ci metterete una tassa sopra» ,,