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"La malattina non guarda in faccia nessuno"? Forse no.

31 agosto 2024

,,Tutto mi sarei aspettata, ma non di ammalarmi a 27 anni. Pensavo di far parte della nicchia di persone “lontane” dal rischio di malattia, forse perché ho sempre condotto uno stile di vita volto a proteggere la mia salute. Non è bastato, la malattia non guarda in faccia a nessuno”. La 27enne ha deciso di raccontare la sua malattia sui social, per condividere nuove prospettive ,,

Purtroppo lo stile di vita incide in modo sempre più relativo in un ambiente marcio da un inquinamento invisibile di acqua, aria, terra, trattamenti sanitari improvvisati (talvolta obbligatori), elettromagnetismo artificiale... 
Non da ultimo inquinato da politiche sociali-sanitarie marce (fa riflettere in questo articolo quel "[visite] quasi tutte a pagamento").

A me quasi vent'anni fa a 25 anni a tre mesi dalla laurea in medicina veterinaria comparvero sintomi di sclerosi multipla. Ma stavo finendo in quel momento una tesi sulle distrofie muscolari pensando ai miei nipoti, e finii letteralmente su un altro pianeta. 

Per ciò che avrei dovuto disperarmi mi misi a ridere. Per ciò che avrei dovuto essere sereno mi turbai all'inverosimile.
Questo pensando a me e a tutta la realtà che mi circondava (un bicchiere d'acqua, un ago da smaltire nei rifiuti speciali, i miei famigliari, i miei amici, il mio lavoro... la società intera).

Non tornava quasi nulla di ciò che avevo studiato su quello che vedevo accadere. Allora ho ricominciato tutto. Rimescolando le carte. E aggiungendone di nuove... senza guardare in faccia niente e nessuno.

E ho realizzato che la malattia non ha alcuna faccia. Neppure la nostra. La malattia è lo specchio di ciò che da una parte ci circonda, fin dal concepimento, e dall'altra lo specchio della nostra consapevolezza di ciò che esiste fuori e dentro di noi, e che va ben oltre la nostra misera faccia.

Non c'è alcun destino, alcun Dio, alcuna sorte che non guarda in faccia nessuno. C'è ognuno di noi che convive con onestà o disonestà intellettuale nell'ambiente in cui siamo. Nient'altro. Ma ognuno fa i conti, in questo ambiente, anche con l'onestà e la disonestà di chi lo circonda.

Decisi anche io di raccontarmi nei social, fin dalla loro comparsa. E l'unica cosa che ho visto è la loro trasformazione in uno specchio dell'ambiente e della nostra consapevolezza alla pari di ciò che chiamiamo "malattia".

Auguri umanità.

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